Proseguo quello che ho tralasciato del
giorno 26 gennaio; fino dal giorno 25, fui invitata dai suddetti angeli, ma un
certo incognito timore mi arrestò, e non potei proseguire il viaggio; mi mancò
il coraggio di inoltrarmi in quel tenebroso luogo; ma il giorno 26, come già
dissi, fui per comando di Dio obbligata ad inoltrarmi.
Dirò ancora qual fu la cagione del mio gran spavento, che ho nei passati fogli
occultato, non fu il vedere tanta rovina, ma bensì il vedere Dio sdegnato. Ecco
come fu.
Una forza imponente in un baleno mi condusse in luogo altissimo, solitario,
dove mi si fece vedere Dio sotto l’immagine di forte gigante adirato al sommo,
contro quelli che lo perseguitano. Le sue mani onnipotenti erano piene di
fulmini, il suo volto era ripieno di sdegno: la sola sua vista bastava ad
incenerire l’intero mondo. Non vi erano né Angeli né santi che lo
circondassero, ma solo il suo sdegno lo circondava da ogni intorno.
Che terrore, che spavento! questa vista durò un sol momento, ma se altro
momento fosse durata, io sicuramente sarei morta. Se un solo momento mi ha
cagionato tanto male, che ormai sono sei giorni adesso che scrivo e ancora
soffro cagionevole il mio corpo, le potenze dell’anima mia sono ancora
istupidite per lo spavento che mi cagionò vista sì spaventosa. Ah, mio Dio, non
sia mai più che vi abbia a vedere così sdegnato, per i meriti di Gesù, vostro
Figliolo, e per i meriti della sua SS. Madre, placate il vostro sdegno,
perdonateci, per carità!
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