Il dì 8 febbraio 1815 così Giovanna
Felice: subito levata nella orazione, così Giovanna Felice terminata l’orazione
preparatoria, la povera anima mia si sollevò rapidamente verso il suo Dio, che
con le braccia aperte ansioso stava aspettando la povera anima mia, per
accoglierla nel paterno suo seno, per fargli godere il raccoglimento più intimo
che mai dir si possa.
In questo straordinario raccoglimento l’anima mia andava formando atti
vivissimi di fede, di speranza, di carità, di umiltà; queste ed altre virtù
furono esercitate dall’anima mia in un grado molto perfetto, per la grazia che
mi veniva da Dio somministrata. In questo breve tempo molto meritò l’anima mia
senza pena, senza sollecitudine, senza molteplicità di parole, ma in profondo
silenzio andava compiacendo l’oggetto amato. Con questa quiete di spirito, mi
portai alla chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, mi accostai al sacro
altare per ricevere la santa Comunione, e intanto viepiù andava crescendo
l’interna quiete; quando sono stata prossima a comunicarmi, ho veduto i santi
patriarchi Felice e Giovanni che unitamente a due santi Angeli, che portavano
due torce accese nelle loro mani, si presentarono al sacro altare, i santi
patriarchi spiegarono prezioso drappo di oro finissimo, che tenevano nelle loro
mani ad uso di asciugatoio, e accompagnando il sacerdote, che mi doveva
comunicare, distesero il suddetto drappo, pieni di rispetto e venerazione di sì
alto sacramento lodavano e benedicevano Dio. Qual bene apportò alla povera
anima mia non è spiegabile, mentre in quel prezioso momento i santi patriarchi
mi comunicarono la loro carità, per quanto ne fui capace, e unendo il mio
povero spirito al loro sublime spirito, mi presentarono all’eterno Dio,
offrendomi la loro valevole protezione. L’essere così unita a questi gloriosi
santi mi apportò un bene molto grande, il mio cuore fu riempito di ardente carità,
mi ottennero da Dio un bene che io non so manifestare, mi pare che si possa
chiamare amore trasformativo, perché fu trasformata l’anima mia in Dio, in una
maniera che non è spiegabile. Felice me, se questa trasformazione fosse stata
durevole! Non più sarei creatura fragile, ma bensì un serafino di amore! Questo
bene durò in me ventiquattro ore.
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