Il dì 2 luglio 1815, così racconta la
povera Giovanna Felice: fu nuovamente sollevato il mio spirito sopra il muro
anzidetto; in questo luogo eminente l’anima mia fu sopraffatta dall’amore di
Dio. In quel felice momento, oh quanto, oh come amava il suo Dio!
L’onnipotente Signore, per dare alla povera anima mia un attestato del suo
gradimento, dall’alto di un monte altissimo, in cui Dio mi veniva figurato,
tramandò un torrente di acqua viva, limpidissima.
Padre mio, io dico acqua, perché non ho termini per spiegarmi altrimenti;
ma questo era un fluido che scaturiva dal monte stesso, tanto bello, tanto
dolce, tanto soave che mi rapì il cuore. In questo fluido veniva figurato
l’amore di Dio. Per sua infinita bontà mi favorì, con urto veemente mi rapì, in
quella maniera che le veementi onde del vasto mare rapidamente uno che molto
d’appresso se ne sta tutto estatico a considerare il vasto oceano, così la
povera anima mia se ne stava tutta intenta ed ammirata in conoscere in Dio
tanta magnificenza; più la vista dell’intelletto si stendeva e più le rimaneva
da vedere, più si assottigliava e più comprendeva, si dilatava la cognizione e
molto più vi era da conoscere, quando il mio povero intelletto si era tutto
diffuso, si perdeva affatto nella cognizione; la povera anima mia nella
cognizione amava il suo Dio teneramente, e nell’amare restò liquefatta; e così
dolcemente si unì e si perdette in quel fluido anzidetto.
Ecco come fu immedesimato in Dio il mio povero spirito, e così divenne una
stessa cosa con lui, per mezzo di questo fluido. I buoni effetti, che Dio mi
comunicò in questa unione, mi resero un attestato certo dell’alto favore
ricevuto. L’ardente fuoco della carità incendiava il mio cuore; la mia
ignoranza non mi permetteva sapere di qual grado fosse questa unione, ma il
buon Dio volle manifestarmi l’alto favore per mezzo d’intellettuale
intelligenza, mi diede a vedere il mio spirito tutto contenuto, tutto unito al
suo infinito essere. Cosa più eccelsa di questa non si dà. Io, per la mia
insufficienza, non lo so manifestare, né con giustizia comprenderlo, ma ben lo
compresero i santi Angeli che, a schiere a schiere, venivano una dopo l’altra
ad encomiare l’alta bontà di quell’onnipotente Signore, ricco di misericordia,
che si compiace trionfare sopra i peccatori. Questi sublimi spiriti restarono
attoniti nel vedermi tanto innalzata sopra la grazia, per l’alto favore
compartitomi dall’infinita bontà del sommo Dio.
|