Dal dì 1 settembre 1815 fino all’11 del suddetto
mese, il mio spirito ha sempre goduto una interna pace, un particolare
raccoglimento dove lo spirito operava cose molto particolari verso il suo
Signore. In questi giorni Dio si è degnato comunicarsi alla povera anima mia
con molta frequenza; ma, siccome ho trascurato di scrivere, non mi ricordo di
preciso i fatti particolari, ma so di certo di essere stata favorita dal
Signore con grazie molto particolari.
Dal dì 12 fino al dì 14 settembre 1815 racconta di sé la povera Giovanna
Felice: nella santa Comunione fui sopraffatta da particolare patimento; una
interna pena, tutta di spirito, mi faceva veramente agonizzare, ma questa pena
era tanto intima che rendeva lo spirito angustiato ed afflitto fino alla morte,
che mi pareva veramente di esalare lo spirito; ma questa pena non infastidiva
lo spirito, ma lo rendeva pacifico e mansueto; nella pena, umile si offriva a
patire ogni qualunque pena per la gloria dell’eterno Dio, si univa a patire
all’amoroso Gesù, particolarmente mi accompagnavo alla sua penosa agonia
nell’orto.
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