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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA – LE NOZZE MISTICHE (Dal 1813 al 1819)
    • 32 – I «PECCATI» DEI SANTI
      • 1. Libera le anime dei suoi parenti
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32 – I «PECCATI» DEI SANTI

 

1. Libera le anime dei suoi parenti

 

Il giorno 6 novembre 1815 nella santa Comunione era il mio spirito in sommo raccoglimento, quando mi si presentò l’anima del mio padre naturale defunto, che ormai sono nove anni che piamente morì qual visse.

 

Vedevo la sua anima bella tutta ammantata di luce, con me si rallegrò per l’alto favore compartitomi dall’eterno Dio. La povera anima mia si umili, profondamente, e mostrando a lui la mia sconoscenza verso l’infinito amore di Dio, con abbondanti lacrime deploravo le mie colpe.

Il mio padre, a questa mia confessione, non si rattristò, ma mi pregò di raccomandare caldamente all’eterno Dio tutti i suoi e miei parenti defunti.

La povera anima mia prontamente obbedì, porgendo all’Altissimo, con tutto il fervore, le mie povere suppliche, per suffragare le suddette anime.

Offrii nel sacrificio della santa Messa gli infiniti meriti di Gesù Cristo. La mia povera preghiera, avvalorata dai meriti del buon Gesù, fu molto efficace. Tutte ad un tratto furono liberate da quel tenebroso carcere: erano queste nel numero 15.

All’Introito della Messa la povera anima mia fece la preghiera; al Sanctus si ottenne la grazia; all’Elevazione furono liberate.

L’anima del mio padre con il suo Angelo custode al Sanctus recò loro la felice nova; all’Elevazione i rispettivi Angeli custodi delle suddette anime scesero con somma allegria in quel carcere, e trattele fuori da quell’oscuro luogo, al momento apparvero ammantate di splendidissima luce, si sollevarono al Cielo, dopo aver profondamente adorato il divin sacramento esposto, fatto un profondo inchino davanti all’altare, ringraziarono la povera anima mia, con esto di gratitudine, se ne andarono felicemente agli eterni riposi.

 




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