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Beata Elisabetta Canori Mora Diario IntraText CT - Lettura del testo |
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4. Una grazia che chiedevo da molti anni
Il dì 2 febbraio 1816, nell’assistere alla Messa cantata, il Signore mi fece provare una dolcezza di spirito quanto mai grande; mi apparve la divina Madre, e mi degnò darmi per un sol momento il suo divin figliolo, questo momento bastò per farmi provare un paradiso di contento. Il divino Signore si degnò concedermi una grazia, che sono molti anni che la chiedevo, sempre me la faceva sperare, mai però mi aveva dato sicurezza; ma questa volta ne impegnò la sua parola; mi promise di salvare un’anima da me molto raccomandata, per lo spazio di molti anni. Di qual consolazione mi fu l’ottenere la grazia suddetta non posso esprimerlo, si degnò manifestarmi ancora il perché si degnava farmi la grazia, per intercessione della sua divina Madre, e per il rispetto che il suddetto porta alla pudicizia della sua consorte, contentandosi di vivere a sé, senza molestarla, a fronte dello stimolo proprio, per non turbare la suddetta sua consorte, che tutta si è data alla vita devota. Questo atto virtuoso di questo giovane è tanto gradito a Dio, che nonostante che il suddetto viva con una certa libertà di coscienza, ciò nonostante il Signore mi ha promesso di salvarlo, ne ha impegnata la sua parola, come si è detto di sopra.
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