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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA – LE NOZZE MISTICHE (Dal 1813 al 1819)
    • 35 – QUAL CONFUSIONE MANIFESTARE LE VOSTRE MISERICORDIE!
      • 8. Gravissima persecuzione diabolica
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8. Gravissima persecuzione diabolica

 

Dal giorno 10 febbraio 1816 fino al giorno 13 del suddetto mese, il mio spirito ha sofferto una gravissima persecuzione diabolica, mossami dal nemico tentatore, per il metodo intrapreso fino dalla vigilia del santo Natale.

Ho intrapreso il metodo di mangiare ogni ventiquattro ore, usando dei soli cibi di magro e di latticini; per grazia di Dio sono tre anni che mi astengo dai cibi di grasso. Molto ho sofferto per astenermi da questi cibi, per essere molto conformi alla debole mia complessione; ma con la grazia di Dio, e con molta violenza, tanto ho superato, senza pregiudizio della salute, perché in questi tre anni sono stata sempre bene; ma quello che più mi molesta è che il metodo intrapreso di digiuno non solo mi viene contrariato dalla debole mia complessione, ma dal demonio, che non mi lascia un momento in pace, come dirò in appresso negli altri fogli.

Proseguo a manifestare la grave molestia che mi reca il maligno tentatore; non mi lascia neppure un momento in pace, mi gira continuamente attorno, presentandomi delle buone vivande, particolarmente quando sono in orazione, allora inventa tutte le malizie per frastornarmi. Mi comparisce sotto la forma di bel giovanetto, e compassionando il mio stato, mi offre delle buone vivande, me le presenta perché io ne gusti, persuadendomi a lasciare il metodo intrapreso.

Quanta pena soffre il mio povero spirito, perché dubita di dare ascolto alla suggestione del nemico tentatore! Piango, mi affliggo, mi raccomando caldamente al Signore, perché mi dia grazia di vincere e di superare, perché mi pare ogni momento di restare vinta; mi pare di non aver forza di superare la tentazione. Sono poi molestata da fame canina, che mi divora, e da sete ardente, che mi consuma; e intanto il maligno tentatore non fa altro che girarmi intorno, con delle buone vivande e con del buon vino, invitandomi a mangiare e a bere, allettandomi con forti persuasive di dare qualche conforto al mio patire, cerca ad ogni suo costo di darmi a credere che non c’è cosa più felice che il mangiare dei cibi squisiti e di bere del buon vino.

Al forte urto di questa tentazione, il povero mio spirito si trova in uno stato molto penoso e afflittivo; ma questa afflizione non toglie la pace al mio cuore, ma con santa rassegnazione soffre la molestia del nemico insidiatore, confidando nei meriti di Gesù e di Maria, i quali invoco con lacrime e sospiri, perché si degnino aiutarmi in questo penoso conflitto. Molto di frequente mi protesto che sono pronta a morire mille volte, piuttosto che dispiacere al mio Dio con la minima imperfezione volontaria; ma nonostante dubito di essere vinta dall’astuto insidiatore. Non lascia Dio di confortarmi in questa gravissima pena, facendomi sperimentare gli effetti mirabili della sua grazia.

 

Dal giorno 16 febbraio 1816 fino al 7 marzo, il mio spirito se l’è passata ora combattendo col nemico, ora con la mia misera umanità, che ancora non posso vinceresuperare, ma con grave pena il povero spirito deve soggiacere alla debolezza umana. Mio Dio! quando mai sarà che potrà lo spirito signoreggiare sopra se stesso, conculcando con sommo disprezzo la propria carne, le proprie inclinazioni? Caro Gesù mio, per i vostri meriti infiniti, fatemi possibile per grazia quello che per natura mi si rende impossibile.

 




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