Riporto un fatto accaduto ad un’anima a me
cognita, dice dunque la suddetta che in certo tempo nel farsi dal Sommo
Pontefice la promozione di nuovi cardinali, la suddetta anima pregò il Signore,
acciò avesse dato a questi novelli cardinali grazia di sostenere la santa
Chiesa cattolica; si rallegrava con il suo Dio, e pregava a volerli benedire.
Dice che, fatta la suddetta preghiera si addormentò, e le parve in sogno di
trovarsi in un luogo dove vide i suddetti porporati, che ritenevano la
somiglianza di bestie, a seconda dei propri vizi predominanti; a questa vista dice
che inorridì, e nel sogno si rivolse verso Dio piangendo.
Allora dice che intese una interna voce che si lamentò del cattivo
procedere non solo di questi, ma di tutti quelli che amministrano, e
dimostrandole il disonore e il gravissimo torto che questi fanno alla sua
divina giustizia, si protestava Dio di punirli severamente. Dopo il suddetto
sogno, dice che il suo spirito restò in una gravissima afflizione, che altro
verso non fece per molti giorni che piangere e sospirare, per aver veduto tanto
disonorato Dio, e per la compassione che le fecero i suddetti, sebbene dice che
in quel momento riconcentrò il suo spirito in se stessa, e disse fra sé: «Oh se
Dio mi desse a vedere la povera anima mia ricoperta delle proprie miserie,
molto più brutto di questi mi comparirebbe!».
Così si credette di essere molto più deforme dei suddetti, che aveva
veduto, e piangendo i propri peccati restò con buona opinione dei suddetti
porporati.
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