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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA – LE NOZZE MISTICHE (Dal 1813 al 1819)
    • 37 – TRE CUORI UN SOLO AMORE
      • 2. Gesù mi apparve qual trionfante guerriero
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2. Gesù mi apparve qual trionfante guerriero

 

Il 14 aprile, giorno della Santa Pasqua, si accrebbe viepiù nel mio cuore il gaudio, e la letizia faceva esultare lo spirito; piena di santo affetto, con replicati atti di amore si slanciava lo spirito verso l’amante Gesù, e congratulandosi con lui per la gloria e per il trionfo riportato con la sua preziosissima morte; quando l’anima si fu inoltrata nella considerazione di sì vasto trionfo d’amore, e piena di ammirazione, con la grazia di Dio, ne penetrava la profondità, sopraffatta dall’amore, alla considerazione di simile eccesso, l’anima, sollevata sopra se stessa, lodava, amava, ringraziava incessantemente il suo amorosissimo Gesù.

Quando ad un tratto mi apparve il buon Gesù, qual trionfante guerriero, accompagnato da immenso stuolo di Angeli; ma la sua bellezza, la sua vaghezza non si può descrivere, un purissimo splendore scintillava dal suo volto, che teneva assorte le potenze dell’anima mia, e come incantata non avevo più che desiderare né che pensare; ma, sopraffatta dall’ammirazione, ardentemente amavo l’amabilissimo mio Signore. Salito sopra un monte si degnò benedirmi. I buoni effetti che cagionò nell’anima mia la sua benedizione non mi è possibile manifestare; restò il mio spirito estatico e come assorbito dallo splendore che tramandava da ogni intorno il venerando suo corpo, che per otto giorni ne godei i buoni effetti.

Ebbi nei suddetti otto giorni particolare ispirazione di chiedere al principe degli apostoli, san Pietro, un santo apostolo per guida, per direttore. Pregai dunque con grande istanza il gran principe degli apostoli, perché mi avesse, secondo il mio spirito, dato un santo apostolo per protettore. Non sdegnò il santo la povera mia preghiera, ma si degnò darmi per guida e protettore il glorioso san Giacomo il Maggiore, il quale mi apparve vestito da pellegrino, e mi mostrò una lunga strada, molto stretta, dritta e piana; mi fece intendere che questa mi avrebbe condotto direttamente al mio Dio, che in questa strada mi veniva significata la mortificazione. Mi esortò a darmi alla pratica di sì bella virtù.

Appena il santo ebbe ammaestrato il mio spirito intorno a questa virtù, che al momento nacque in me un gran desiderio di darmi alla pratica di questa bella virtù, come in effetti feci, con la licenza del mio padre spirituale mi diedi alla pratica di questa virtù con maggiore impegno di prima.

 

Dal 21 aprile 1816, giorno dell’ottava di Pasqua, fino al giorno della vigilia dell’Ascensione del Signore, il mio spirito ha sofferto pene gravissime di abbandono, di smarrimento, di ogni sorta di pene di spirito.

 




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