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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA – LE NOZZE MISTICHE (Dal 1813 al 1819)
    • 41 – CHIARA COGNIZIONE DI DIO
      • 1. Un particolarissimo riposo
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41 – CHIARA COGNIZIONE DI DIO

 

1. Un particolarissimo riposo

 

Il 25 dicembre 1816 fino al 9 marzo 1817 poco e niente posso dire, per aver trascurato lo scrivere; ma per non mancare all’obbedienza né all’interno sentimento che mi Dio, il quale mi obbliga a manifestare quanto per pura sua bontà e misericordia opera nel mio spirito, per mezzo della sua divina grazia, dunque alla maggior gloria di Dio e del mio Dio, mi accingo a manifestare, alla meglio che so e posso, gli effetti mirabili dell’infinito suo amore verso di me, povera e miserabile sua creatura.

Dopo il distinto favore del 25 dicembre 1816, come si è già detto negli altri fogli, il Signore mi compartì un particolarissimo riposo. Questo era tanto intimo e profondo che non mi permetteva di applicare la mente in nessuna cosa sensibile, ma sopraffatta l’anima da perfetto riposo si rendeva affatto incapace di agire. Sicché le orazioni, dal 25 dicembre 1816 fino al 9 marzo 1817 fu un perfetto e continuo riposo, che era prodotto da una particolare presenza di Dio, unita ad una intelligenza di spirito intima, che mi dava chiara cognizione di Dio presente a me, sicché non dovevo faticare per trovarlo, bastava che l’anima potesse alquanto riconcentrarsi in se stessa, che immediatamente trovava il suo amorosissimo Dio, che la tratteneva con lui a parlare in una maniera tutta nuova, senza strepito di parole, ma con dolce silenzio mi faceva intendere le divine sue perfezioni; ma in una maniera ammaestrava la povera anima mia in quelle, che io non so spiegare.

Era tanta l’effusione della grazia, che mi aveva tolto ogni idea sensibile, tanto forte erano chiamate le potenze dell’anima all’attenzione di quanto seguiva nell’intimo dell’anima mia. Ero sollevata sopra me stessa, ora contemplando l’infinita bontà di Dio, ora profondata nel proprio nulla mi umiliavo profondamente e amaramente piangevo le mie colpe, e tutto questo si faceva da me con pace e tranquillità di spirito.

 




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