In questi tre mesi di gennaio, febbraio e
marzo, come dissi di sopra, più volte si degnò il Signore Dio di favorirmi con
distinti favori, ma per avere trascurato lo scrivere, come già dissi, non posso
manifestarlo; solo mi ricordo che il primo di marzo del 1817, dopo che Dio si
degnò favorirmi con particolare favore, mi manifestò essere sua volontà che
intraprendessi il digiuno quaresimale fin dal primo giorno di carnevale,
cibandomi di una sola cioccolata ogni ventiquattr’ore e un poco di pane,
secondo il mio bisogno. Sicché dal dì 4 febbraio 1817 fino al sabato santo, che
fu il dì 6 aprile 1817, e con la grazia di Dio, il venerdì me la passavo con la
sola Comunione.
Molto dispiacque al demonio il vedermi praticare il suddetto esercizio, che
armata mano fece di tutto per farmi deviare da questa mortificazione. Si servì
costui delle più forti tentazioni.
In questo tempo dovetti sostenere il suddetto digiuno a fronte di una fame
canina, che mi sarei attaccata a mangiare il ferro infuocato, tanta era la fame
che mi cruciava.
Il venerdì rintuzzava la tentazione in maniera che, col ricorso continuo
che facevo a Dio, potei sostenere la cruda battaglia con riportare la compiuta
vittoria. In mezzo a tante suggestioni del nemico, quello che mi mostrava con
sicurezza essere questa la volontà di Dio era il non provare alcun nocumento
alla mia delicata complessione, dove che per il tempo passato avevo bisogno di
cibarmi tre volte il giorno, dopo il comando di Dio mi bastava mangiare ogni
ventiquattr’ore.
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