Il mercoledì santo, che fu il dì 3 aprile
1817, fui sopraffatta da male gravissimo, cagionatomi da un piccolo saggio che
il Signore si degnò farmi sperimentare di quelle pene che provò nell’Orto,
nella penosa sua agonia, cagionata dalla vista di tutta la serie della sua
passione e morte. Questo piccolo saggio mi ridusse in agonia mortale, e mi rese
cagionevole il corpo per molti giorni. In questa occasione ebbi ordine dal
Signore di sospendere il rigore del digiuno e cibarmi di latticini, dalla
Pasqua di risurrezione fino al giorno della sua Ascensione, cibandomi una volta
sola al giorno. Il venerdì, invece di passarmela con la sola Comunione,
prendevo la cioccolata, astenendomi dal bere. Questo metodo di vitto di
latticini, come dissi di sopra, si intraprese il dì 6 aprile 1817 fino al dì 16
maggio, giorno appresso l’Ascensione del Signore, si riprese il solito digiuno,
ma invece della cioccolata mi cibavo di pane in zuppa all’acqua con un poco di
aceto ed olio, una sola volta al giorno; in questa guisa passai 16 maggio,
giugno, luglio, agosto, settembre e tutto ottobre. In questi sei mesi poche
sono state le giornate che mi presi di ricreazione, col sospendere il suddetto
digiuno, neppure le tre feste di Pentecoste fu sospeso il suddetto digiuno, per
motivo della novena della Santissima Trinità.
|