Il dì 4 novembre 1817, festa di san Carlo
Borromeo, si trovava il mio spirito, per mezzo della grazia di Dio, in un
intimo riposo; stava godendo quanto mai di bene possa godersi da creatura
viatrice, tanto era perfetta l’intima unione che godeva del suo Dio la povera
anima mia peccatrice, quando in mezzo a questa perfetta quiete, sento molte
voci lamentevoli, che a me facevano ricorso. Conobbi essere queste le anime
benedette del Purgatorio. Mi rivolgo verso il mio Dio, tutta compassione verso
queste anime sante, e lo pregai di accordarmi in grazia di portarmi a
quell’orrido carcere, per poterle liberare.
Il mio Dio mi accordò la grazia, mediante i meriti di Gesù e di Maria ed i
santi Re magi, ed i meriti di san Carlo Borromeo, i quali mi condussero con
loro in quel tenebroso carcere.
Nell’aprirsi quel tenebroso carcere, io volli morire, nel vedere gli atroci
tormenti, che quelle benedette anime pativano. Erano tali e tanto gravosi gli
atroci tormenti che pativano quelle anime sante, che non mi è possibile
manifestarlo. Sentivo di loro tanta compassione che per liberarle mi sarei data
a patire i più gravi tormenti. Dimostrai con lacrime di compassione i miei
desideri al mio amorosissimo Gesù, che tutto amore si degnava di guardarmi. Lo
pregai incessantemente ed ottenni dalla sua infinita liberalità la grazia di
liberare molte di quelle benedette anime del Purgatorio.
Qual consolazione fu per me il vedere in un baleno libere affatto da quegli
spietati tormenti una moltitudine di anime sante, che piene di gaudio se ne
andarono al Cielo a godere Dio per tutta l’interminabile eternità, qual
consolazione provò il mio cuore non posso esprimerlo, quante lacrime di
tenerezza e di consolazione versarono i miei occhi, rimanendo nel mio cuore un
contento di Paradiso, quando vidi le suddette anime di splendida luce a
sollevarsi al Cielo. Così disparve la visione.
Il dì primo novembre 1817...
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