In questo tempo tornò a sopirsi lo
spirito, e sopraffatto da interno riposo ebbi particolari cognizioni dei
presenti bisogni della santa Chiesa. Vidi la cattiva condotta di quelli che
governano, l’ingiustizia, l’oppressione dei poveri, il gran tradimento che si
fa al santo Evangelo, che invece di sostenere le sante sue massime, questi sono
contro di queste, qual lupi rapaci che altro non cercano nel loro operare che
la distruzione dell’ovile di Gesù Cristo, che qual amante pastore è tutto
intento alla custodia delle amate sue pecorelle.
Oh qual castigo terribile tiene preparato la divina giustizia per questi
ingrati! A questa cognizione fui sopraffatta da molti affetti di compassione,
di zelo, desiderosa per sostenere la nostra santa religione di dare il sangue e
la vita, di sommo timore per il terribile castigo, ero fuori di me stessa per
lo spavento, quando ad un tratto mi si fece vedere Gesù Cristo, tutto piacevole
ed amoroso, che cercava di placare lo sdegno dell’eterno suo Padre, ed invitava
la povera anima mia ad offrirsi insieme con lui all’eterno suo Padre qual
vittima di riconciliazione. Immediatamente mi offrii a patire qualunque pena
per vantaggio della santa Chiesa, e per adempiere la volontà di Dio, per
sostenere il Sommo Pontefice e tutto il cristianesimo, per sostenere tutta la
religione cristiana.
L’eterno divin Padre per mezzo di Gesù Cristo accettò la mia offerta e mi
ricevette qual vittima volontaria, e pieno di gradimento mi strinse al paterno
suo divin seno, facendomi provare un gaudio di paradiso.
Il dì 30 luglio fu sollevato il mio povero spirito dalla grazia del
Signore, e illuminato fu il mio intelletto da particolare illustrazione. Fu il
mio spirito introdotto per mezzo di tre angeli in un luogo quanto mai bello.
Custode di questo luogo era san Giovanni evangelista. Introdotta che fui in
questo luogo, crebbe in me la propria cognizione, e, profondata nel proprio mio
nulla, mi riconoscevo per la più vile creatura della terra.
Nel vedermi in questo luogo di preminenza, mi confondevo altamente, e
sopraffatta da santo timore, cercavo a tutto mio costo di fuggire da questo
luogo, per rispetto e riverenza riconoscendomi affatto indegna. Ma il santo
Evangelista mi faceva intendere che avessi allontanato il soverchio timore, e
che ammirar dovevo l’infinito amore che Dio mi porta.
A questa esortazione del santo Evangelista, il mio spirito si riempì di
santo amor di Dio, e con somma rassegnazione si compiacque restare in questo
luogo, al momento mi vidi vestita…
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