Fu molto ben compensata al Signore la
suddetta mia afflizione, mentre il dì 15 agosto 1818, giorno dell’Assunzione di
Maria santissima, fui favorita dal Signore di un celeste favore, e fu di
annoverarmi nel numero delle particolari serve di Maria santissima, sua
benedetta Madre, Fui annoverata nel numero di quelle felicissime anime con
particolare distintivo, benché a me non mi convenga per nessun titolo. Per
obbedire vostra paternità, e con somma mia confusione, manifesterò la maniera
che tenne Dio per farmi intendere il suddetto favore.
Ero in orazione quando si sopì il mio spirito, e per mezzo di una
illustrazione intellettuale, il Signore gli dette una particolare cognizione di
quanto esso si degnava operare nella povera anima mia. Mi parve dunque in quel
momento di essere sollevata fino all’altezza dei cieli, dove, per mezzo di
molte schiere angeliche, fui introdotta negli amplissimi spazi dell’immensità
di Dio. In questo luogo mi si diede a vedere la gloria di Maria santissima,
come Madre e come Vergine purissima, per soli questi due titoli era tanto
grande la gloria di questa Vergine e Madre, che io non posso non solo ridirlo,
ma non potei neppure comprenderlo, tanto era grande la sua gloria, la sua
magnificenza che io credetti di perdere la vita, per essere cosa tanto sublime
che né l’anima né il corpo la poteva contenere.
Vidi dunque questa divina sovrana in un trono immenso, circondato da
immensa luce, era corteggiata da molti principi del paradiso, una moltitudine
di schiere angeliche adornavano il glorioso suo trono, molte felici donzelle
erano vicino al suo trono, queste erano di tre classi: le più immediate al suo
trono erano cinte nel capo di prezioso diadema, le seconde tenevano un prezioso
stemma al collo, che le pendeva sopra il petto, le terze tenevano nella mano
destra un mazzo di fiori bellissimo; tutte dimostravano sommo contento, godendo
di quei gloriosi splendori, che scintillavano dal volto verginale di quella
sovrana regina del cielo e della terra.
A tanta magnificenza qual mi restassi, io non so ridirlo, ma sopraffatta da
santo timore mi confondevo in me stessa e mi umiliavo profondamente, e rapita
da tanta magnificenza non capivo più in me stessa, solo sentivo un’ardente
carità, che mi liquefaceva il cuore e mi faceva spargere lacrime di santi
affetti; di propria cognizione avevo ripieno il cuore, questa cognizione mi
faceva bramare di allontanarmi da questo santo luogo, per il rispetto che si
doveva a tanta magnificenza.
Ecco che in quel momento che mi volevo allontanare la Vergine santissima,
per mezzo di san Michele arcangelo, mi comandò di approssimarmi all’augusto suo
trono, e si degnò di propria sua mano adornare il mio capo del prezioso
diadema, e così annoverarmi nel numero di quelle felicissime donzelle, che
erano vicine al suo trono, come già dissi di sopra. Con molto applauso di tutte
quelle sacre vergini, fui nel numero di loro compresa. La Vergine santissima si
degnò presentarmi all’eterno Dio, il quale si degnò, per la sua infinita bontà,
unirmi a sé intimamente.
Oh qual bene provò il mio spirito non so ridirlo! di santi affetti restò
ripieno il mio cuore, molte grazie mi compartì il Signore per me e per i miei
benefattori, e per i poveri peccatori, fratelli miei, e per la santa madre
Chiesa, e per le benedette anime del purgatorio, alle quali sono rivolte le mie
gran paure, e le povere mie preghiere sono sempre avanti al trono di Dio per
loro suffragio.
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