Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA – LE NOZZE MISTICHE (Dal 1813 al 1819)
    • 44 – SANGUINOSA BATTAGLIA CONTRO NEMICI SPIETATI
      • 2. Per riparare la divina giustizia
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

2. Per riparare la divina giustizia

 

Non andò molto a lungo ad avverarsi quanto mi aveva detto il divino fanciulletto; mentre al 24 gennaio 1819 fui nell’orazione sollevata a penetrare la divina immensità di Dio, dove il medesimo Dio mi diede cognizioni molto alte dell’infinito suo essere. Mi fece intendere molte cose riguardanti la sua divina giustizia, mi fece intendere essere arrivata l’ora che io dovevo molto patire, per la gloria sua, per vantaggio della santa Chiesa cattolica, per sostenere il Sommo Pontefice e la santa Chiesa, e per vantaggio dei poveri peccatori. Mi diede a conoscere grandi cose che io non so ridire, la povera anima mia restò estatica a tante e sì elevate cognizioni, che il mio corpo perdette ogni sensazione, fui sopraffatta da un riposo tutto spirituale, che mi alienò dai sensi.

In questo tempo mi apparve Gesù Cristo, e mi invitò a sostenere la fiera battaglia, mi tornò ad assicurare del suo divino aiuto, mi diede chiarissima cognizione di quanto avevo da patire per glorificare l’eterno suo divin Padre, e così placare la sua divina, inesorabile giustizia, che era sdegnata con tutto il mondo. Mi diede ad un tratto a vedere tutti i tormenti che mi erano preparati dal nemico infernale, mi diede a vedere come per sua permissione dovevo patire tutti quei gravi tormenti, senza alcun conforto.

A questa vista, sì terribile e dolorosa, si atterrì il mio povero spirito, e, pieno di spavento, restò sopraffatto dal terrore di tanti e sì terribili supplizi. Piena di spavento e di timore, pregavo il mio buon Gesù: «Mio Gesù, sposo mio, unico conforto dell’anima mia, aiutami per carità! vieni in soccorso della tua povera serva, non è possibile che io sostengafiera battaglia, soccorrimi per pietà! aiutami, per carità!».

Ecco che già mi vedevo circondata da ogni sorta di patimenti, mi vedevo in mezzo ad una voragine di supplizi, di angustie, di desolazioni, di affanni, quando di nuovo mi apparve il mio Gesù, circondato di splendidissima luce, che al momento rischiarò le folte tenebre in cui mi trovavo.

«Ah Gesù, sposo diletto dell’anima mia, oh quanto mai mi consola il vostro glorioso splendore! Oh qual contento mi reca il vostro dolcissimo sembiante, puro, innocente e modesto! Oh qual gaudio di paradiso inondò il mio cuore! Le vostre gloriose cicatrici tramandano un odore soavissimo, che ricrea a povera anima, che poco prima era da tante pene oppressa. Felice mia pena! che tanto bene adesso mi fai godere. Mio Dio, mio sommo amore, quanto bene mi fai godere!».

Nella umantà santissima di Gesù Cristo ravviso l’intima unione che passa tra le tre divine persone. Oh quanto bene conosco un solo Dio in tre divine persone! Ma questa cognizione oltrepassa il povero mio intelletto, vien meno la mia intelligenza, e, piena di ammirazione, sento rapirmi lo spirito a sì alto profondo mistero. Piena di rispetto e riverenza, mi profondo nel mio nulla, e con la fronte per terra, mi unisco con tutto il paradiso, dicendo: Sancus Deus, sanctus fortis, sanctus immortalis, miserere nobis.

Dopo di avermi dato a godere bene così straordinario, più non mi ricordavo il patire che poco avanti avevo sofferto, ma tutta in gaudio era liquefatta la povera anima, di santo amore avevo ripieno il cuore.

«Figlia», mi sento dire, «figlia diletta mia, mira le grandi offese che riceve la mia immensità! Se mi ami, offriti a riparare la mia divina giustizia, levami il flagello dalla mia onnipotente mano, che pieno di furore sono sul momento di scaricare sopra questo mondo ingrato.

Figlia, io sono la tua ricompensa. Offrirti a patire volontariamente per la mia gloria, e per adempiere la mia volontà. Figlia cara mi sei, e tu puoi placare lo sdegno mio. Eccomi, io sono in tuo aiuto, io sono con te, coraggio, mia cara, coraggio; e se io sono con te, chi sarà contro di te? Chi ti potrà nuocere? chi ti potrà sovrastare? Quanto onore, quanta gloria mi darai col tuo patire! Affatìcati di potermi piacere, fidati nel mio potente aiuto, da’ principio alla forte battaglia».

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL