A queste parole divine, la povera anima
mia da debole che era, come già dissi, fortificata fu dalla grazia del Signore.
Affidata alle sue divine parole, divenni forte qual leone, e piena di coraggio
nel nome di Dio diedi principio alla sanguinosa battaglia il giorno 25 gennaio
1819 di lunedì, giorno della conversione di san Paolo, mi apparvero molti
demoni in varie forme; ognuno di quelli teneva presso di sé un tormento
infernale da farmi soffrire: «Se tu non acconsenti alle nostre voglie», mi
dicevano, «sperimenterai sopra il tuo corpo tutti questi spietati tormenti, se
tu non acconsenti alle nostre voglie».
Costoro volevano per primo farmi negare la fede di Gesù Cristo, e poi farmi
fare ogni sorta di iniquità, per sovvertirmi misero in pratica tutta la loro
malizia, ma buon per me che il pietosissimo mio Dio mantenne la parola che mi
aveva dato per sua bontà, con tanta fedeltà e amore mi aiutò, che non termini
di spiegare gli aiuti speciali che mi compartì in questa sanguinosa battaglia,
posso dire che tutto l’inferno si era congiurato contro di me; quei maligni
spiriti, che erano stati incaricati di strapazzarmi, di farmi provare molti
supplizi infernali, avevano giurato al loro capo che avrebbero fatto ogni
sforzo, avrebbero adoprato tutta la loro malizia per sovvertirmi. Ecco dunque
che spettatori erano di questa grande battaglia tutti i santi del cielo, e
tutti i demoni dell’inferno.
Oh, come potrò qui ridire i diversi effetti del mio povero cuore! di
timore, vedendomi apparecchiati tanti supplizi, dubitando a tanto patire di
arrendermi alle loro voglie, col negare la fede di Gesù Cristo, ma qual fiducia
sentivo nel vedermi aiutata dal medesimo Dio, che con una fortezza invincibile
avvalorava la mia fede; non più timida, ma forte qual leone, io insultavo quei
maligni spiriti, e, mostrando loro la forza invincibile di quel Dio che mi
proteggeva, arditamente li insultavo, e con deliberata volontà dicevo loro che mi
avessero tormentata quanto volevano, che io, sperando sempre nei meriti
infiniti di Gesù Cristo, credevo con ogni sicurezza di riportare la compiuta
vittoria. A questa mia deliberazione di volontà, mi si fecero addosso, questi
maligni spiriti, a tormentarmi tanto fieramente in vari modi, ed intanto che
così barbaramente mi tormentavano, mi dicevano che se avessi negato la fede
avrebbero subito cessato di tormentarmi, mi avrebbero reso beata sulla terra,
dandomi ricchezze, onori grandissimi.
Da tutte queste esibizioni rispondevo arditamente: «Non voglio altro che
essere fedele a quel Dio che mi ha creato e redento con il suo prezioso sangue.
Voglio confessare la fede di Gesù Cristo fino all’ultimo respiro della mia
vita, e voglio essere obbediente alla santa Chiesa cattolica apostolica
romana».
A queste proteste, quelle furie d’inferno mi si avventavano addosso, e mi
facevano provare tormenti tanto atroci, che io non posso spiegarli. Con ferri
acutissimi mi tormentavano la bocca, in maniera che pativo pena tanto grande
che non posso spiegarla, mi tenevano con violenza aperti gli occhi, e poi
dall’alto mi versavano a gocce certo bitume bollente. Qual martirio fosse
questo non è possibile poterlo spiegare, e quando mi davano questi spietati
tormenti, mi dicevano: «Stolta che sei a farti tanto tormentare! Nega, nega la
fede, che cesseremo subito di tormentarti e godrai ogni bene. Poche parole
bastano per dichiararti, non altro devi dire: «io voglio essere anticristiana», questo basta per liberarti da tanto
patire».
A queste loro parole io rispondevo, in mezzo a tanti martiri e spasimi:
«Non acconsento e non acconsentirò giammai alle vostre suggestioni. Mi protesto
che voglio essere fedele al mio buon Dio fino all’ultimo momento della mia
vita. Cavate pure dall’inferno quanti supplizi volete, tutto sopporterò per
amore di quel Dio che mi creò».
A queste proteste con più rabbia pigliavano a martirizzare il mio corpo e
con tanto furore che, se tutto dovessi dire, mi mancherebbero i termini di
poterlo spiegare. Ero al momento ricoperta di fuoco tanto crudele che mi pareva
di morire ogni momento di spasimo, e in mezzo a questo crudele martirio,
assistita dalla grazia di Dio, confessavo la fede di Gesù Cristo.
Sentivo nel patire una forza soprannaturale, che mi faceva disprezzare
tutte le sorte di tormenti, solo sentivo un sommo impegno di sostenere la fede
di Gesù Cristo, sentivo nel mio spirito una fiamma di carità che mi univa al
santo amor di Dio, che mi dava forza di superare ogni sorta di patimenti
infernali, e ogni giorno mi rendeva più forte e stabile nei santi proponimenti,
che con l’aiuto di Dio andavo facendo. Mi fermo per un poco di parlare dei
gravi tormenti che mi fecero provare quei crudeli spiriti maligni, che a tutto
loro costo tentarono di sovvertirmi. Passo a dare il ragguaglio del mio corpo e
quanto si vedeva sensibilmente.
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