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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

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  • PARTE SECONDA – LE NOZZE MISTICHE (Dal 1813 al 1819)
    • 46 – LA VISITA DI UN DIO AMANTE
      • 3. Pio VII permette di celebrare la messa nella mia cappella
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3. Pio VII permette di celebrare la messa nella mia cappella

 

Si era un poco ristabilito dalla grave malattia il mio padre spirituale, subito, per sua bontà, mi favorì di una sua visita, che fu da me sommamente gradita. Il lodato padre mi ottenne dal Santo Padre la licenza di celebrare nella mia cappella la santa Messa, con la licenza di potermi comunicare, e questo seguì il primo sabato di carnevale, il 13 febbraio 1819. Il Santo Padre, Padre Pio VII, mi concesse la grazia per sette Messe, da potersi celebrare nella mia cappella e fare tutte e sette le volte la santa Comunione, come di fatti si fece due volte la settimana. Con quale rispetto e riverenza, con quale affetto e amore ricevetti questo divino sacramento non è veramente spiegabile. Tutta la notte precedente la passavo con atti ferventi di amore e con ardente desiderio di ricevere il mio bene sacramento, con molte lacrime di dolore di averlo offeso, e con i più vivi atti di fede, di speranza, di carità. Molte grazie, molti favori ricevevo dal mio amorosissimo Signore nella santa Comunione. Ero tutta contenta, e ringraziavo infinitamente il Signore per la vittoria riportata contro i miei spietati, diabolici nemici.

Il giorno delle Ceneri, 24 febbraio 1819, nella mia cappella si celebrò la santa Messa, e io feci la santa Comunione. Ero fuori di modo contenta per vedermi tanto favorita e tanto beneficata dal mio Dio, che mi struggevo in lacrime di gratitudine e di tenerezza, confondendomi in me stessa non sapevo comprendere come Dio fosse tanto liberale verso di me, e mi compartisse tante sue misericordie.

A questa cognizione, mi umiliavo profondamente, riconoscendomi affatto indegna di simili favori. Fatta la santaComunione, ricevetti ancora le sacre ceneri, essendo il primo giorno di Quaresima, ma siccome le consolazioni spirituali non sono mai disgiunte dalle tribolazioni, permise il Signore che una mia cara amica e sorella in Gesù Cristo mi desse un grandissimo disgusto. Questo mi servì da gran pena, motivo per cui mi venne la febbre con un dolore convulsivo allo stomaco, tanto cattivo che mi faceva spasimare giorno e notte.

 




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