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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE PRIMA – PRIME ESPERIENZE MISTICHE (Dal 1807 al 1809)
    • 2 – I FREQUENTI FAVORI DEL SIGNORE
      • 2. Un dardo di fuoco
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2. Un dardo di fuoco

 

Ero già risoluta di dare mente al tentatore, quando il pietoso condottiere mi impose di restare; ecco che quella divina colomba mi invia prezioso dardo, di sacro fuoco restò colpito il mio cuore intimamente. Il prezioso colpo mi cagionò deliquio mortale; tornata che fui, mi trovai tutt’altro di quella di prima, mi intesi trasmutare in un’altra; tutto fervore, tutta carità, sentivo nel mio cuore gli effetti mirabili di quel dardo amoroso, qual vampa di sacro fuoco incendiava il mio spirito, e mi rendeva quasi pazza; di amore accesa andavo esclamando: «Hai vinto, hai vinto pure una volta, o santo amore! hai vinto la durezza del mio ostinato cuore, o sacro dardo di amore, trapassa viepiù il mio cuore!».

Non posso spiegare quali e quanti fossero i mirabili effetti che producesse questa grazia di essere stata ferita dal dardo amoroso, particolarmente nelle orazioni. Non avevo terminato l’orazione preparatoria, che lo Spirito del Signore mi rapiva con tanta forza, che il mio corpo come morto restava disteso sul suolo. La frequenza di questi ratti, la violenza che faceva lo spirito al corpo, che cervava di slanciarsi avidamente verso il suo Dio, cagionò un moto irregolare nel mio cuore, molto sensibile, che scuoteva la sedia in cui sedevo, il letto in cui riposavo. Stavo molto avvertita di non avvicinarmi ad alcuno, mentre più volte mi domandavano cosa fosse quel moto così violento che si sentiva nel mio cuore.

 

Per quanto cautelata stessi, non passò molto tempo che i miei parenti si avvidero del palpito violento del mio cuore, questi supponendo un male naturale, vollero sentire il parere dei medici. Mi fu da questi ordinato il levarmi del sangue, ma non furono giovevoli due buone sanguigne, mentre il palpito veniva viepiù crescendo, per i frequenti favori che ricevevo dal mio Signore, tanto nelle orazioni, quanto nella santa Comunione. Finalmente, per liberarmi da questa vessazione dei medici e dei parenti, che pretendevano di curare gli effetti, mentre si rendeva impossibile curare la causa, che a me solo era nota, si raccomandai caldamente alla mia benefattrice Maria santissima, acciò degnata si fosse di liberarmi da quel palpito tanto sensibile. Questa divina Madre mi esaudì, solo nelle orazioni e Comunioni, a seconda dei favori e delle grazie di Dio, più o meno era violento il palpito del cuore. Quanto fossero frequenti le comunicazioni di Dio con la povera anima mia, non è possibile numerarle, ne riferirò qualcuna in particolare alla magior gloria del mio Signore Gesù Cristo.

 




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