Fatta la preghiera, mi pareva che Dio
sdegnasse di riceverla, ma preso dal giusto suo furore, veniva alla determinazione
di castigare il mondo, ed in quel momento subissarlo. Sopraffatto il pover mio
spirito dalla carità fraterna, per non vedere perire tante anime, che
eternamente si sarebbero dannate, con santa fiducia e filiale confidenza, io
dicevo: «Ah, mio Dio, mai e poi mai acconsentirò che questo segua! Voi mi
avete, per vostra infinita bontà, ricevuta qual vittima di riconciliazione; ah,
mio Dio, non sdegnate il povero mio sacrificio, che vi ho fatto di tutta me
stessa in unione del sacrificio che vi fece il vostro santissimo Figliolo sopra
l’albero della croce. Sì, mio Dio, in unione del suo ricevete il mio, che di
tutto cuore torno ad offrirvi per l’esaltazione della santa Chiesa cattolica e
per salvare tutto il mondo. Mio Dio, voglio tutti salvi e lo chiedo in nome del
vostro santissimo Figliolo. Volgete verso di me il forte castigo, annientatemi,
fate di me ciò che vi paice, ma salvate i poveri peccatori, salvate la
Chiesa!».
La povera mia preghiera fu avvalorata dal grande amore che Dio porta a
tutto il genere umano. L’umanità santissima di Gesù Cristo mi diede tanto
valore, tanto coraggio, tanta fu la santa confidenza, che, animata dalla
cognizione dell’amore infinito che Dio porta a noi, miseri mortali, m’inoltrai
dunque con timore e tremore, perché la maestà di Dio infondeva sommo timore e
sommo rispetto, tremavano da capo a piedi alla sua divina presenza, ma ciò
nonostante la filiale confidenza che mi diede l’infinito suo amore mi diede
coraggio di sostenere il suo braccio onnipotente, e così fu sospeso il colpo
formidabile della divina giustizia, che voleva scagliare in quel momento il
forte suo braccio vendicatore, che per le nostre grandi iniquità e gravi
peccati tiene armato il suo forte braccio di terribile flagello, che al solo
vederlo mi fece tanto terrore, che per lo spavento mi sarei nascosta nel cupo
più profondo della terra.
A questa vista così spaventevole, caddi in un deliquio mortale e stetti
molte ore come morta affatto, senza quasi più respirare e senza pulsazione, di
maniera che non davo più segni di vita, ma in questo tempo il mio spirito
operava con grande agilità ed attività.A fatto così terribile e spaventoso,
piena di timore e di lacrime, volgevo lo sguardo verso l’umanità santissima di
Gesù Cristo, facevo una fervida preghiera in vantaggio della santa Chiesa, del
clero secolare e regolare, in vantaggio di tutti i poveri peccatori, nel numero
dei quali ben conoscevo di avere io il primo posto.
Dicevo: «Gesù mio, difendete voi la vostra causa. Degnatevi di offrire il
vostro preziosissimo sangue, placare lo sdegno del vostro divin Padre. Gesù
mio, pregate, pregate per noi, poveri peccatori». Ma queste ed altre parole
dicevo con tutto l’affetto del cuore, e con tanto fervore che impietosiva il
cuore di Dio, mentre io ero risoluta di andare all’inferno per impedire lo
sdegno di Dio, giustamente irritato contro tanti ostinati peccatori. Io, benché
indegna peccatrice, mi caricavo di ogni patimento, eziandio ancora
dell’inferno, per liberare tante anime dal meritato castigo.
Fatta la forte preghiera, Dio, per la sua infinita bontà, si degnò
esaudirmi, e mi permise di avvicinarmi alla tremenda sua maestà, e sostenere il
forte suo braccio, animata acciò non scaricasse il colpo terribile del suo
giusto furore. e così per quel
momento fu sospesa la giustizia di Dio, ma non placata; mentre, per le tante
iniquità che si commettono, Dio ha stabilito di mandare un terribile castigo
sopra la terra, per così lavare tante sozzure ed iniquità che si commettono. La
preghiera delle anime che il Signore si degna per sua bontà chiamarle con il
nome di sue predilette, queste con le loro preghiere vanno temporeggiando il
tempo.
Ma pur verrà questo tempo terribile e tremendo, Dio chiuderà le sue
orecchie e non ascolterà preghiera alcuna, ma portato dallo zelo di vendicare i
torti gravissimi che riceve la sua divina giustizia, che armata mano tutti
tutti severamente punirà, senza che alcuno possa resistere né sfuggire dalla
sua mano vendicatrice.
Raccomandiamoci caldamente al Signore acciò si degni usarci
misericordia.Pregando un giorno, dopo passata la festa di Pentecoste del
medesimo anno 1820, per molte persone facoltose che desideravano sapere quale
regolamento potevano prendere nelle presenti circostanze per salvare la loro
persona e la loro roba, mentre per tutto il mondo si sentivano delle
insurrezioni dei popoli, che facevano temere qualche rivolta nella nostra città
di Roma, ad imitazione delle altre nazioni segnatamente nella Spagna.
Da miserabile peccatrice come sono, con tutto l’impegno feci la preghiera
al Signore, acciò si degnasse darmi lume per consigliare le suddette persone,
benché io non le conoscessi, ma solo a me raccomandate da un mio grande
benefattore.
Ecco il sentimento che ne ebbe l’anima nella santa orazione, quando si
trovava nel profondo della quiete, e tutta assorta in Dio, che non vi sarà
precauzione che sia sufficiente per salvare la roba e le persone, perché la
grande opera che è per fare il Signore non c’è chi possa resistere né salvarsi;
sicché si renderà vana ogni prevenzione, ogni cautela, quello che si deve fare
è ricorrere all’Altissimo, acciò si degni la sua per infinita misericordia
annoverarci nel numero di quelli che ha prescelti, i quali saranno annoverati
sotto il glorisoso stendardo della croce, questi saranno tutti salvi,
unitamente a tutti i loro beni. Saranno annoverati sotto questo glorioso
stendardo tutti quelli che conserveranno la fede di Gesù Cristo nel loro cuore,
e che manterranno la buona coscienza, senza contaminarla nelle false massime
presenti, che ne è pieno tutto il mondo.
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