Il fatto che sono per raccontare mi seguì
il giorno della festa del gran principe degli apostoli, il glorioso san Pietro,
29 giugno 1820. Fui alienata dai propri sensi, proseguendo a pregare il giorno
del gran principe san Pietro del 1820, pregando per i bisogni della santa
Chiesa cattolica, trovandomi di pregare per la conversione dei peccatori,
fratelli miei, nel numero dei quali io occupo il primo luogo, si trovava il mio
povero spirito sollevato per mezzo di particolare favore di Dio ad un rapimento
celeste, e mi trovavo propriamente vicina a Dio medesimo, per mezzo di una luce
inaccessibile ero unita intimamente in Dio in guisa tale che più non mi
distinguevo, ma tutto ero trasformata in quella divina luce. Ricevetti la dolce
impressione della divina carità. Oh qual giubilo, oh qual contento di paradiso
restò nel povero mio cuore! Quando ero in mezzo a questa dolcezza e il mio
spirito era circondato da una perfetta quiete, mi parve di vedere aprirsi il
cielo, e scendere dall’alto con grande maestà, corteggiato da molti santi
angeli, che cantavano inni di gloria, il grandissimo principe degli apostoli
san Pietro, vestito degli abiti pontificali, portava nelle mani il pastorale,
con il quale segnava sopra la terra una vastissima croce. Nel tempo che il santo
apostolo segnava la suddetta croce, i santi angeli gli facevano d’intorno
corona, cantavano con sommo rispetto e venerazione, in lode del santo apostolo:
«Costitues eos principes super omnem
terram», con quello che segue in appresso.
Appuntava il suo misterioso pastorale sopra i quattro lati della suddetta
croce segnata, e al momento vedevo apparire quattro verdeggianti alberi,
ricoperti di fiori e frutti preziosissimi. I misteriosi alberi erano in forma
di croce, erano circondati da una luce risplendentissima, fatta che ebbe questa
operazione, andò ad aprire tutte le porte dei monasteri delle monache e dei
religiosi. Con interno sentimento distinguevo che il santo apostolo aveva
eretto quei quattro misteriosi alberi per dare un lugo di rifugio al piccolo
gregge di Gesù Cristo, per liberare i buoni cristiani dal tremendo castigo, che
metterà a soqquadro tutto il mondo. Tutti i buoni cristiani, che avranno
conservato nel loro cuore la fede di Gesù Cristo, saranno tutti sotto questi
misteriosi alberi rifugiati; come ancora tutti i buoni religiosi e religiose,
che fedelmente avranno nel loro cuore conservato lo spirito del loro santo
istituto saranno tutti sotto questi misteriosi alberi rifugiati e liberi dal
tremendo castigo. Così dico di tanti buoni ecclesiastici secolari ed altro ceto
di persone, che avranno conservato la fede nel loro cuore, questi saranno tutti
salvi. Ma guai a quei religiosi e religiose inosservanti, che disprezzarono le
sante regole, guai, guai, perché tutti periranno sotto il terribile flagello.
Così dico di tutti i cattivi ecclesiastici secolari e ogni altro ceto di
persone, di ogni stato, di ogni condizione, che dati in preda al libertinaggio
e vanno dietro alle false massime della riprovata filosofia presente. Questi sono
contro le massime del santo evangelo, negano la fede di Gesù Cristo, questi
infelici tutti periranno sotto il peso del braccio sterminatore della divina
giustizia di Dio, alla quale nessuno potrà resistere.
Rifugiati che erano tutti i buoni cristiani sotto i misteriosi alberi, che
li vedevo sotto la forma di belle pecorelle, sotto la custodia del loro pastore
san Pietro, al quale tutte prestavano umile soggezione e rispettosa obbedienza,
queste simboliche comparse significa il popolo cristiano: che milita sotto il
glorioso stendardo della croce, il quale sarà immune dal tremendo castigo, che
Dio è per mandare sulla terra, per i tanti peccati che si commettono dalla
maggior parte del cristianesimo.
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