Non passarono molti giorni che dovetti
attaccare la grande battaglia con i miei spietati nemici. Il surriferito fatto
mi segiuì il dì 8 dicembre 1820, come già dissi, e il combattimento seguì il 18
gennaio 1821.
Mi si fece dunque vedere la potestà delle tenebre, che armata mano erano
quelli spiriti infernali tutti congiurati contro di me, e con baldanza e superbia
su burlavano di me, schernendomi ed insultandomi, mostrandomi i più crudeli
supplizi infernali, facevano prova di spaventarmi, perché mi fossi arresa alle
loro voglie, con farmi negare la fede di Gesù Cristo, e rendermi loro seguace.
Certo che il solo vedere quei mostri infernali cotanto arrabbiati e così
brutti e spaventosi, tanto sdegnati contro di me, il veder poi quei barbari
supplizi infernali, dico al certo che mi spaventarono, ma la promessa che mi
aveva fatto il mio Dio di aiutarmi, per mezzo della sua divina grazia, questa
mi dava un grande coraggio, non solo di vedere quei supplizi, ma eziandio di
provarli. Mi raccomandavo intanto al mio buon Dio, acciò mi aiutasse in questo
penoso conflitto, ed intanto quei maligni spriiti, arrabbiati, perché non mi
arrendevo alle loro voglie, mi furono addosso, e con verghe di ferro mi dettero
molte percosse. Quali e quanti fossero i supplizi che mi fecero provare quei
maligni spiriti non è di mente umana poterlo comprendere.
Oltre i gravi patimenti che pativa il mio corpo, per mezzo dei barbari
supplizi che la loro voglia mi davano, che in appresso manifesterò alla meglio
che mi sarà possibile, mentre a gloria di Dio devo dire, e a maggior mia
confusione, che nessuno di questi supplizi si possono rassomigliare ai più
barbari e crudi supplizi che usarono i persecutori di Chiesa santa contro i
santi martiri, perché mi pare, a mio poco talento, che non abbiano che fare, né
abbiano paragone a questi supplizi infernali, inventati a bella posta dalla
rabbia di quei maligni spiriti, ma in qualunque modo sia, non intendo sostenere
la mia sciocca proposizione, ma per dire solo per verità il mio sentimento, e
perché possa risultare l’infinita misericordia dell’onnipotente Dio, senza la
quale devo confessare con tutta la veracità del mio spirito, che al solo vedere
la spaventevole bruttezza di quei maligni spiriti e i supplizi infernali che
tenevano nelle loro mani, solo bastava per farmi arrendere alle loro voglie; ma
buon per me, che, assistita dalla divina grazia, potei con prontezza e fortezza
di spirito ridermi della loro barbarie, perché la povera anima mia, umiliandosi
profondamente fino all’abisso del proprio suo nulla, diceva con grande fiducia
e santa libertà di spirito: «Omnia possum
in eo qui me confortat, ad maiorem Dei gloriam», così dicendo si diede
principio alla sanguinosa pugna. Fui assalita dalle più fiere tentazioni e
desolazioni di spirito, il corpo era abbattuto nei sensi con i più spietati
tormenti.
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