Mi si diede a vedere l’umanità santissima
di Gesù Cristo tutta raggiante di luce, corteggiato da schiere angeliche, e di sua
propria mano mi schiodò dalla croce e mi medicò con unguento prezioso, che
scaturiva dal suo sacrosanto costato ed immantinente restai sanata, poi mi fece
godere una armonia angelica che sollevò la mia mente a contemplare la visione
beatifica di Dio. Il godere di questo gran bene mi fece affatto dimenticare
tutte le pene e martiri sofferti, qual bene sperimentai nell’anima, qual
consolazione qual gaudio di paradiso non mi è possibile il poterlo spiegare.
Dico di aver goduto la visione beatifica di Dio sommo bene, ma intendo dire per
quanto si può godere da un’anima ancora viatrice. Ma siccome la cosa fu tanto
grande e magnifica, che non ho termini di spiegarlo altrimenti, a questo
oggetto mi sono servita di questa espressione, come per la pura e sincera verità.
Come sempre mi sono regolata nei poveri ed ignoranti miei scritti, di non aver
mai declinato dalla verità del fatto, ma devo confessarlo a gloria del mio Dio
di avere piuttosto diminuito che ingrandito, e molte volte di aver troncato
certi fatti, perché mi servono di somma confusione e rossore e di grande
umiliazione, attesa la mia cattiva corrispondenza ed ingratitudine verso un Dio
che mi dimostra tanto amore e tanta carità.
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