Correva l’anno 1803, il mese di dicembre, quando
cresceva ogni giorno più nel cuore della povera Giovanna Felice il fervore di
piacere al Signore, e per conseguenza, desiderosa di perfezionare il mio spirito,
il mezzo più efficace conoscevo per esperienza essere la frequente Comunione.
Desideravo ardentemente di riceverla quotidianamente, ma non avevo coraggio di
manifestarlo al mio confessore. Mi pareva troppo ardire, come ancora tenevo
celato al suddetto quanto passava nel mio spirito, per mancanza di coraggio.
Ricorsi dunque alla mia benignissima Madre Maria santissima, con orazioni, con
lacrime, con mortificazioni, con promesse grandi, mentre qualunque sacrificio,
benché gravoso, mi pareva lieve in confronto del desiderio, dell’ardore, della
brama che sentivo di ricevere questo divin sacramento.
Non passò molto tempo che fui esaudita. La
vigilia della santissima concezione di Maria santissima il dì 7 dicembre 1803
fui sorpresa da leggero sonno; nuovamente mi apparve il mio carissimo
condottiero, con il suo maestoso portamento mi obbligò ad andare con lui.
Riverentemente mi prostrai ai suoi piedi, lo ringraziai per avermi, con la sua
valevole intercessione, ottenuto la remissione dei miei gravissimi peccati.
Mi condusse dunque in un sacro tempio,
dove vidi nel mezzo un altare magnifico, riccamente adornato e illuminato, vidi
nel suddetto tempio nobilissima processione, era questa formata da molti
religiosi, vestiti di lana bianca, con cotte e stole, con torce accese nelle
loro mani. Era questa nobilissima processione preceduta da personaggio molto
insigne, nobile era suo portamento, molto ricchi erano i suoi vestimenti, per
sovrano guerriero lo ravvisavo, era scortato da molti nobili altri guerrieri a
lui inferiori. Restai ammirata di tanta magnificenza, domandai al mio
condottiero chi fosse quel nobile guerriero, mi disse che quello era il
glorioso san Michele Arcangelo.
Ecco dunque che in bell’ordine disposta
era la processione, in fine di questa vi erano le persone più degne di questo
sacro Ordine, vestiti con i paramenti sacri. Infine di questa vedevo la gran
Madre di Dio, nobilmente vestita, portava nelle sue braccia il suo santissimo
Figliolo con molta reverenza. Qual tenerezza, qual sottomissione provò il mio
povero cuore, quante lacrime versarono i miei occhi, di amore, di tenrezza!
caldamente mi raccomandai a questa divina Signora ad ottenermi la grazia di
ricevere quotidianamente Gesù sacramentato. Mi diede segno di avere esaudito le
mie preghiere.
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