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CONTINUA LA SANGUINOSA BATTAGLIA
Riprendo
il filo del racconto. La
trama maliziosa, ordita fino dai primi giorni, fu che un demonio, sotto la forma
di negromante, si mise sopra la porta della mia camera di guardia per tentare
tutti quelli che nella mia camera entravano. Si serviva costui di certo fumo,
che tramandava dalla sua bocca, che a bella posta affumicava tutti quelli che
entravano. Quel fumo oscurava i loro intelletti e li rendeva incapaci di
distinguere i giusti sensi. Tutti questi interpretavano a sinistro senso il mio
male e facevano una confusione fra loro per la varietà dei pareri. Questa era
un’arte fatta per accrescimento delle mie pene, perché io tutto vedevo e
conoscevo, donde derivava la loro confusione e dissonanza di pareri.
La mia figlia minore non ignorava questo fatto, mentre io gliene avevo
fatto la confidenza, in maniera che, quando qualcuno entrava, io le dicevo:
«Oh, quanto è affumicato questo tale, adesso sentirete quanti diverbi e
confusioni succederanno». E di fatto seguiva così. Tutto questo era per
istigazione di quel demonio negromante, che assiduamente si tratteneva sulla
porta della mia camera, per fare che tutti quelli che mi venivano a visitare,
in luogo di giovarmi, mi avessero maggiormente gravata, con l’interpretare a
sinistro senso il mio male, e fare per questo grande confusione, con sommo
pregiudizio della mia salute e con pericolo, ancora, della mia vita.
Oltre di che era tanto forte l’istigazione che varie persone, sopraffatte
dalla tentazione del demonio, non ebbero difficoltà a dire che questo mio male
era tutta una mia finzione. Altre persone, egualmente tentate, dicevano che ero
pazza. Altre persone bugiardamente dicevano cose che io mai feci, né dissi.
I miei parenti, istigati dal tentatore, molto più degli altri tentati, non
tentavano altro che la mia rovina spirituale e temporale. Mentre, offuscati nelle
idee, cercavano di applicarmi i più forti rimedi per potermi guarire, non si
avvedevano che fabbricavano la mia rovina.
Per istigazione del detto demonio negromante uno dei miei fratelli, per
zelo male inteso, non ebbe difficoltà di intessere tre grosse corde, a guisa
che si legano i tori e le bufale, con queste corde bestiali pretendeva di
legarmi, perché, mediante un’illustrazione interna datami da Dio, mi volli
alzare dal letto e con l’asperges e acqua santa andavo benedicendo tutta la mia
casa. Accompagnata dalle mie due figlie andavo nel nome di Dio fugando tutti
quei maligni spiriti, che avevano preso possesso della mia casa, e così ne
andavo io riprendendone il possesso. Di tratto in tratto mi dava Dio a
conoscere, come infatti seguì, quello che dovevo fare per fugare tutti questi
demoni, ed io, mediante la sua divina grazia, adempivo puntualmente la divina
ispirazione, camminando per la casa, sempre accompagnata ora da una figlia ed
ora da tutt’e due. Queste furono testimoni oculari di tutte le mie operazioni,
che per istigazione del demonio erano non solo interpretate a sinistro senso,
ma ancora, malignate con delle false menzogne, tanto dai miei parenti,
segnatamente dal surriferito fratello, autore delle ben grosse corde, come da
una donna di servizio, che era contro di me, veramente allucinata dal demonio.
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