Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Beata Elisabetta Canori Mora Diario IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
2. Demoni imprigionati in una scatola
In questo tempo che io stavo facendo questa grande opera di fugare questa moltitudine di demoni, mediante la divina grazia, mentre Dio mi aveva dato tutta la potestà, nel suo santissimo nome, di tutti fugarli, come difatti seguì, presi tutte le chiavi delle porte della mia casa e in atto di padronanza aprii e chiusi le suddette porte, ed intanto con l’asperges in mano e con molte orazioni andavo aspergendo tutta la casa di acqua santa; servendomi, ancora, del campanello della cappella, suonandolo di tratto in tratto, come voce di Dio, per radunare in un luogo solo tutti quei maligni spiriti, che erano tutti dispersi per la mia casa. In questo tempo, con molto fervore, chiedevo lume al Signore, perché mi desse grazia di conoscere quello che dovevo fare. Dicevo piena di fiducia: «Illumina, Domine, tenebras meas, mio Dio, mio Signore, insegnatemi quello che devo fare». Non furono vane le mie speranze perché erano stabilite nell’onnipotenza di Dio. La mia persona avvilì ad un tratto l’orgoglio di tutti quei maligni spiriti, nel vedermi in piedi girare per tutta la casa, munita di acqua santa e di campanello. Io cercavo dove si fossero radunati, mentre non sapevo quale fosse il luogo dove Dio li aveva confinati. Ma il mio Dio, per sua bontà, non mancò di manifestarmi il luogo dove li aveva confinati. Con grande loro confusione e rossore, si erano tutti annientati in piccoli semetti di erbetta, dentro di una scatola non più lunga di un palmo e di altezza meno di mezzo palmo. Oh grandezza di Dio, quegli spiriti che pocanzi giravano tutta la mia casa, pieni di tanta superbia e baldanza, eccoli per virtù di Dio tutti annientati e confusi in una piccola scatola, senza potermi più nuocere, anzi paventavano e tremavano alla mia voce. Oh potenza di Dio, e chi mai non si fiderà di te? E come potremo noi dubitare del tuo divino soccorso nelle nostre tribolazioni, se tu sei onnipotente? Sia dunque tutta tua la gloria e l’onore di questa grande opera, che mi fece trionfare sopra tutti questi miei spietati nemici. Con interna illustrazione Dio mi ordinò che presa avessi quella scatola e immantinente l’avessi data alle fiamme. Puntualmente obbedii all’interna illustrazione. Nel nome dell’onnipotente Dio, presi con somma intrepidezza e senza alcun timore la suddetta scatola, andai al camino e misi sopra il fuoco la scatola; ma siccome mi parve che non fosse sufficiente il fuoco che vi era, presi molta carta bianca per incendiarla sollecitamente. Con coraggio aprii la scatola e la rovesciai sopra il grande focolare, così potei in qualche maniera avere un embrione del numero di quei maligni spiriti, che mi avevano perseguitato. I grandi botti che fecero quei semetti unitamente alla scatola parevano al certo archibugiate. La mia figliola minore, che fu presente a questo fatto, ai botti, molto si spaventò, ma io le dicevo: «Non vi prendete pena, questa è un’opera del Signore». Nel fare questa operazione andavo recitando dei Salmi, segnatamente il Magnificat. Ruppi ancora tre piccole pile che erano sopra allo stesso camino vuote, rassembrandomi come quei ministri del santuario che sono vuoti dello spirito del Signore e si trattengono per sola apparenza vicino ai sacri altari. Con somma mia pena lo dico che di questi tali purtroppo ve ne sono, che non sono vestiti che di sola apparenza. Oh che cosa lacrimevole è mai questa!
|
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL |