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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE TERZA – ALLA MAGGIOR GLORIA DI DIO (Dal 1820 al 1824)
    • 56 – CONTINUA LA SANGUINOSA BATTAGLIA
      • 4. Le tre corde per legarmi
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4. Le tre corde per legarmi

 

Torno un passo indietro per raccontare un’altra circostanza che avevo dimenticato. Prima di farmi leggere la passione di Gesù Cristo, come pocanzi ho detto, seguì un altro fatto. Sento un’interna ispirazione, mi alzo da sedere e vado nella camera opposta, guardo sotto di una tela dove trovo le tre corde preparate per legarmi. Le prendo e le porto nella mia camera e me le pongo in seno rimirando il diabolico supplizio che mi aspettava. Questa mia operazione, questo mio ritrovato riempì di somma confusione e di gran timore tutti i miei parenti, e dicevano fra loro: «Chi gliel’ha mai detto che sotto quella tela c’erano le corde?» E stavano tutti sbigottiti. La mia figlia minore, illuminata dal Signore, in questo giorno sempre stette al mio fianco per difendermi, sebbene più volte provarono a strapparla via con grande violenza; ma questa si attaccava al mio braccio e diceva: «Ammazzatemi pure, ma mai sarà che io lasci mia madre, sono contenta di morire al suo fianco».

In questo giorno non si curò neppure di pranzare, per non lasciarmi in preda a quei fieri manigoldi. In questo tempo non lasciavo di raccomandarmi al Signore, il quale m’ispirò di bruciare della mollica di pane sopra del fuoco. Mi feci dare dalla figlia uno scaldino e bruciai la mollica di pane. Io mi avvedevo chiaramente che quel fumo dileguava in parte la loro tentazione. In questa mollica bruciata io andavo considerando quando il mio Dio si degnò di immolarsi umanato sopra il patibolo della croce, consumato dal suo medesimo fuoco d’amore. Mano a mano che quel misterioso fumo s’innalzava, fiaccava nei miei parenti la tentazione, ed io sentivo un grande accrescimento di fortezza con una sicura speranza di vincere e di superare la diabolica malizia, nel nome dell’altissimo Dio, a cui mi ero tutta dedicata, e ne aspettavo con sicurezza, dal suo onnipotente braccio, la compiuta vittoria.

 




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