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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE TERZA – ALLA MAGGIOR GLORIA DI DIO (Dal 1820 al 1824)
    • 56 – CONTINUA LA SANGUINOSA BATTAGLIA
      • 5. Mio fratello mi si fece addosso
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5. Mio fratello mi si fece addosso

 

In questo tempo tenevo le corde sopra al mio seno, e ne andavo sciogliendo la barbara orditura. Consideravo intanto la crudeltà usata verso il benedetto mio Gesù, e i barbari patimenti da lui sofferti per mio amore. Alle sue pene univo le mie, ed intanto, per viepiù incoraggiare la povera mia umanità oppressa ed angustiata, mi feci alla presenza di tutti i miei parenti leggere da una delle mie figlie la passione di Gesù Cristo.

Questa lezione durò circa un’ora. Finita la lezione, nella quale il mio spirito fu confortato dal Signore, e in questo conforto presi maggior vigore per sostenere questa ultima sconfitta, finita la lezione, terminai di sciogliere le crude corde. Quando ad un tratto mi si fece addosso il mio fratello, autore delle medesime e con mali termini mi levò furiosamente dalle mani le corde che io avevo già disciolte, più per virtù di Dio che per mia industria sciolte. Ed ebbe il coraggio, in mia presenza, di rintessere il barbaro supplizio, e poi con cenni i più alteri e superbi mi mostrava lo sdegno più fiero che aveva contro di me. Questo atto di poca carità usatami da questo fratello veramente mi fu molto sensibile. Dicevo fra me stessa: «A quelli che si giustiziano pure gli si tiene nascosto il capestro che li deve impiccare, pur gli si usa questa carità, e a me mi si lavora il supplizio avanti dei propri occhi. Da chi? da un fratello! Che crudeltà è mai questa».

In questo barbaro caso ricorrevo con grande fervore al mio Dio per il timore di sentire qualche moto di odiosa avversione contro questo fratello, perché mi pareva di conoscere che il fine per cui mi maltrattava fosse indiretto. Perché il demonio per mezzo di tentazione gli faceva credere che con la mia rovina avrebbe fatto la sua fortuna con l’impadronirsi della mia casa e delle mie due figlie. Immaginando che una persona che mi protegge per pura misericordia di Dio in questo caso che io non fossi più abile affatto, gli avesse conferito un posto di molto lucro, come si può dare tentazione più sciocca di questa? Mi pare al certo un castello in aria, formato del tutto dalla fantasia. Ma sia come si voglia, ne lascio a Dio il giudizio.

 




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