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Beata Elisabetta Canori Mora Diario IntraText CT - Lettura del testo |
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3. Ho scusato i parenti
I miei parenti, dunque, quella medesima sera se ne tornarono alle loro case pieni di stupore, confessando l’opera prodigiosa del Signore, che in un momento aveva cambiato aspetto alla cosa da loro male interpretata, perché credevano il mio male irrimediabile e disperato affatto, quando lo videro del tutto svanito in un momento, con loro meraviglia e stupore.Veramente sono compatibili. Loro credevano un male naturale, volevano ripararlo, sicché non operavano con cattivo animo contro di me, ma erano troppo assai frastornati dalla forte tentazione del demonio, che neppure loro sapevano quello che facevano. Io li ho scusati, non lagnandomi di alcuno, non avendo altra mira che di raccontare il fatto dal principio sino alla fine, alla maggior gloria di Dio e per obbedienza del mio padre spirituale, che mi ordinò di scrivere. E, per non lasciare interrotto il suddetto racconto, aggiungo ancora che la donna di servizio, lei ancora altamente confusa, forse per le false ciarle riportate, si licenziò dal mio servizio, e di questo ne fui pienamente contenta, per giusti miei fini riguardanti la gloria di Dio. Bisogna premettere, prima del surriferito racconto seguito la sera, come poc’anzi ho detto, e premettere quello che seguì la mattina. Eccone dunque il racconto. Fin dalla mattina il Signore mi aveva promesso che in quella giornata sarei restata vittoriosa di tutti i miei nemici, visibili ed invisibili, grazie al suo divino aiuto. Come difatti seguì, come già ho detto nel passato racconto, questo fu il giorno 15 febbraio 1821. La mattina dunque mi volli alzare dal letto per andare in cappella, che era contigua alla mia camera. Questo molto mi fu contrastato dai miei parenti, che appena giorno si portavano a bella posta in casa mia per far da padroni e contrariarmi tutto quello che volevo e dicevo. Si opposero severamente a questa mia richiesta, ma io tanto pregai, tanto mi raccomandai che mi dettero il permesso di alzarmi. Questa richiesta la feci, perché Dio me ne aveva fatto un assoluto comando. Mi alzai e andai nella mia cappella, dove feci fervide preghiere, raccomandandomi caldamente al Signore. Stetti molto tempo in orazione. Dio per sua bontà mi manifestò quello che dovevo fare per fugare tutti i demoni, che erano nella mia casa, e tutto il regolamento che dovevo tenere in quella giornata, assicurandomi il mio Dio che in quel medesimo giorno, per mezzo del suo divino aiuto, avrei trionfato sopra i miei nemici. Come difatti seguì, ed ho già detto nei passati fogli.
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