Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE TERZA – ALLA MAGGIOR GLORIA DI DIO (Dal 1820 al 1824)
    • 57 – LA MIA MISERICORDIA NELLE TUE MANI
      • 4. La Chiesa non sarà perseguitata
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

4. La Chiesa non sarà perseguitata

 

Per mezzo dunque di interna illustrazione, mi diede a conoscere Dio che se nei passati giorni, per amor suo e per sostenere la santa cattolica Chiesa e per il bene di tutto il Cattolicesimo, mi ero contentata per compiacere la sua divina carità di spontaneamente scendere all’inferno, per mezzo di tanti patimenti, sarei prima della notte risorta gloriosamente a nuova vita, vale a dire che avrei riacquistato quello che avevo perduto per mezzo di tanti patimenti, che avrei riacquistato la giusta sensazione e non sarei stata più oppressa da quei travagli ed angustie fino allora sofferte. Avrei riacquistato ogni diritto, ogni ragione sopra me stessa e sopra la mia casa, e che la mia vita sarebbe regolata dalla sua divina sapienza, che mi avrebbe fatto partecipe dei suoi santissimi doni, e che la sua divina grazia sarebbe scesa sopra di me in grande copia, e che l’anima mia avrebbe sempre abbondato e partecipato di favori celesti. E che tenessi per certo e sicuro che si sarebbe avverata la promessa che mi aveva fatta di liberare la nostra città di Roma dall’invasione eminente dei Napoletani, che la sovrastava ora per ora. E, così avrebbe compiaciuto le mie brame e il grande mio desiderio di non vedere perseguita e dispersa la romana Chiesa cattolica da questi barbari persecutori, che con dettami di una apostatica costituzione pretendono di levarla dai suoi propri cardini, perseguitandola dai propri suoi fondamenti con una massima del tutto opposta al santo Vangelo.

Così si degnò Dio di parlarmi intimamente, senza strepito di parole sensibili, ma solo per via di intelligenza intellettuale, per mezzo di alta cognizione, dettata dalla sua divina sapienza all’anima mia ed ammaestrata dalla divina sua scienza, per così conoscere la nuova maniera di trattare intimamente con lui, e per conoscere con maggior chiarezza di prima le sue divine perfezioni, e per sempre più accrescere nel mio spirito il fuoco della divina carità.

Fu illustrata la mia mente per mezzo dei sette doni dello Spirito Santo, di cui il mio Dio mi aveva fatto partecipe di questi sette doni per innalzare la povera anima mia a trattare familiarmente con la sua divina e sovrana maestà. E così trattenermi intimamente con lui, per farmi conoscere con maggiore chiarezza il suo infinito essere sovrano e divino.

Si tratteneva, dunque, la povera anima con la sua divina maestà, con sommo rispetto, riverenza e sommissione, ma insieme con una santa confidenza proprio filiale, che non si opponeva a quella umile soggezione e sommissione dovuta alla sua infinita grandezza. Con umile sentimento e ossequioso rispetto, pregavo a liberarci dall’imminente invasione dei Napoletani e dal tirannico giogo della loro costituzione, che a momenti ci sovrastava. Pregavo incessantemente per la santa Chiesa cattolica, perché in questa occasione non fosse tiranneggiata ed oppressa. Raccomandavo il sommo Pontefice, tutto il clero regolare e secolare, tutto il Cristianesimo. Finalmente tornavo a pregare per la città di Roma, affinché non perdesse il dominio della cattedra infallibile della verità di santa Chiesa.

Così dunque si degnò Dio di parlarmi intimamente: «Mia diletta figlia, tu riporti il trionfo della mia Chiesa. Tu facesti violenza al mio cuore col sostenere virilmente un diluvio di patimenti per amor mio, così ti facesti mediatrice e in luogo della giustizia che volevo in questi momenti far trionfare per mezzo di severo castigo, ecco invece nelle tue mani la mia misericordia. Non più disperso e ramingo sarà il gregge di Gesù Cristo, né la tua Roma perderà il dominio della cattedra infallibile della verità di santa Chiesa. Vedi, o mia amatissima figlia, fin dove giunge l’amor mio per condiscendere la tua volontà, le tue brame. Sei paga? Brami altra prova dell’infinito amore che ti porto.

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL