A queste parole il benedetto Signore
conduceva la povera anima mia nell’Orto di Getsemani. «Non temere», mi diceva
il buon Gesù, «non temere, o mia diletta figlia, il giusto furore dell’eterno
mio Padre, perché non è sdegnato con te. Fatti coraggio, ed impara da me a
sostenere con fortezza di spirito e veracità di cuore, e con perseveranza
finale, grazie al mio divino aiuto sicuramente riporterai la compiuta vittoria,
e potrai godere di quella immortale corona che ti ho preparata per tutta
l’interminabile eternità. Godrai il premio delle tue fatiche e di quella
fedeltà che mi giurasti. Io sono il tuo premio, io sarò il tuo gaudio eterno e
l’eterna tua felicità».
Le cognizioni di questo bene eterno davano alla povera anima mia coraggio
ben grande ed un desiderio veemente di darsi in braccio ai più gravosi
patimenti, conoscendo chiaramente che non può compararsi ogni sorta di
patimento a confronto di premio così grande. In questa guisa chiedevo al mio
Dio di patire per adempire in tutto e per tutto la sua santissima volontà, e lo
pregavo incessantemente con umile preghiera a somministrarmi forza ed aiuto e
perseveranza fino all’ultimo respiro della mia vita.
Furono veramente questi giorni per me amarissimi, per vedermi perseguitata
dalla divina giustizia. Altro conforto non avevo che di ritirarmi nel mesto
orto di Getsemani, ad imitazione del mio amabilissimo Gesù, soffrendo in unione
di lui quei travagli e quelle ambasce di spirito, mestizia e desolazione
afflittissime che lo fecero sudar sangue.
Questi gravissimi patimenti interni resero cagionevole ancora il mio corpo
per molti giorni. L’infinita bontà di Dio, vedendomi ridotta all’ultimo
conflitto che mi pareva di tratto in tratto di agonizzare, con interni aiuti mi
confortava e consolava facendomi conoscere che il mio spirito non era oggetto
di sdegno, ma di somma sua compiacenza. Mi faceva intendere che caro gli era il
mio sacrificio, mentre dettato era dalla sua divina sapienza, che sa, per mezzo
di tenui cose, riparare il furore della sua divina giustizia, grazie alla sua
infinita misericordia.
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