Il giorno 13 aprile 1821 per via di forte
impulso del Signore e con la licenza del mio padre spirituale, nonostante le
deboli mie forze, mi portai a visitare la Scala Santa mentre Dio mi diede
chiaramente a conoscere che voleva questo sacrificio da me.
Questo viaggio mi pareva che dovesse essermi molto penoso, a cagione delle
deboli mie forze, ma per mezzo della grazia del Signore fu felicissimo, facendo
il viaggio senza il minimo incomodo e senza alcun pregiudizio di salute. Posta
che mi fui in viaggio, Dio per sua bontà si degnò darmi una grande agilità, non
solo al corpo ma ancora allo spirito, dandomi un raccoglimento interno tanto
grande che non mi avvidi dell’incomodo del suddetto viaggio.
Il comando di Dio fu di unire questo viaggio in unione di quello che fece
il suo santissimo figliolo nel salire il monte Calvario, e sopra quella
benedetta Scala voleva che nuovamente mi fossi offerta qual vittima di
riconciliazione, in vantaggio della Chiesa cattolica e per la conversione dei
peccatori, unendo il mio sacrificio a quello di Gesù Cristo, Signor nostro. Si
eseguì da me, miserabile peccatrice, esattamente il comando di Dio, e con tutta
l’efficacia del mio povero cuore tornai nuovamente a sacrificarmi interamente e
senza alcuna riserva al suo divino beneplacito, per adempire perfettamente alla
sua santissima volontà.
L’eterno Dio, per sua infinita bontà, accettò il povero mio sacrificio, e
per via di intelligenza mi diede a conoscere che mediante questo sacrificio, a
lui molto accetto e gradito, per essere fatto con purità d’intenzione e
semplicità di spirito, e alla sua maggior gloria mi fece intendere di avere
ottenuto dalla sua infinita bontà e misericordia di impedire ai persecutori della
nostra santa Chiesa cattolica, di eseguire un piano da loro già fatto contro di
questa, per poterla crudelmente perseguitare e contaminare con le loro perverse
massime.
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