Visitata la Scala Santa, mi portai a
visitare la chiesa di San Giovanni in Laterano, pregando per i presenti bisogni
della santa romana Chiesa. Mi portai, poi in altra chiesa, dove mi fermai per
buone due ore e mezza, ed ivi ascoltai la Messa cantata ad onore di Maria
Santissima Addolorata, per essere il giorno di venerdì di passione. Nella detta
chiesa si sopì il mio spirito, ed in questo tempo fui sollevata dallo Spirito
del Signore, inoltrata a considerare l’infinita grandezza di Dio per mezzo di
una chiarissima luce ed inaccessibile splendore. Ad un tratto vidi il mio
spirito riempito di quella luce che mirabilmente lo aveva tutto penetrato, in
guisa tale che era divenuto una stessa cosa con quella luce, e per potermi in
qualche maniera spiegare dirò come quando una bianca nube viene dallo splendore
del sole percossa, con i suoi raggi, viene quasi ad essere simile al sole, per
avergli compartito i suoi splendidi raggi. In simil guisa fu il mio spirito
rivestito di divina luce, ed in questa maniera fu avvicinato ed intimamente
unito al suo Dio.
Quanto bene, quante grazie le compartì l’amante Signore, quanto lume le
donò di propria cognizione affinché l’anima si umiliasse fino al profondo del
suo nulla. Qual chiara intelligenza si degnò donarmi per innalzare il povero
mio intelletto a penetrare la sua infinita grandezza. Quanto mai restò appagato
il mio cuore, come rapito. Veramente mi si rende impossibile il poterlo
spiegare. Dopo aver goduto di questo gran bene, fu il mio spirito condotto, per
mezzo di santi Angeli, in un luogo dove vedevo una grandissima sala. Nel mezzo
di questa vedevo una tavola con tre libri. La tavola era tutta adornata di
emblemi o siano tutti strumenti alludenti alla setta dei convitati, i quali
vedevo tutti in circolo alla tavola, scompostamente seduti. Erano questi uomini
di bruttissimo aspetto e sopra la loro fronte si leggevano tutti i sette vizi
capitali, le false massime e la loro audacia nel sostenerle e le macchine che
ordivano per perseguitare la santa Chiesa cattolica.
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