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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE TERZA – ALLA MAGGIOR GLORIA DI DIO (Dal 1820 al 1824)
    • 60 – FELICI LE ANIME CHE SEGUIRANNO I TUOI ESEMPI
      • 1. Riceve la comunione dall’apostolo Pietro
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60 – FELICI LE ANIME CHE SEGUIRANNO I TUOI ESEMPI

 

1. Riceve la comunione dall’apostolo Pietro

 

Il giorno 20 aprile 1821, venerdì Santo, dopo aver sofferto molti patimenti interni ed esterni, in memoria della passione e morte di Gesù Cristo, il benedetto Signore si degnò darmi un vivo desiderio di riceverlo spiritualmente nella divina Eucaristia.

Dopo aver fatto molti atti di fede, speranza e carità, sentivo un vivo desiderio e un’ardente brama di ricevere il pane di vita eterna.

Il Signore si degnò esaudire i poveri miei desideri, che per mezzo della sua santa grazia erano ardentissimi, e disfacendomi in lacrime con umile sentimento gli mostrai l’ardente mio desiderio. Si degnò il mio amorosissimo Signore di inviarmi il glorioso principe degli apostoli san Pietro, corteggiato da molte schiere angeliche, e mi fu somministrato dal suddetto santo apostolo il santissimo sacramento dell’Eucaristia.

Quali affetti di santa umiltà, di gratitudine, d’amore, di rispetto e di venerazione provò il povero mio cuore non è possibile poterlo manifestare. Fui sopraffatta da lacrime abbondantissime e da una dolcezza di spirito soprannaturale, godevo nell’intimo del mio cuore un gaudio di paradiso. Il santo Apostolo, a me rivolto, così mi parlò: «Rallegrati, o figlia diletta di Dio, e ringrazia l’infinito suo amore, gli eccelsi favori che l’alta sua bontà ti comparte. Mostragli in tutte le tue operazioni la tua fedeltà, fatti coraggio di patire per amore suo. Compiaciti nella sua volontà divina, prosegui con energia a sostenere l’impegno intrapreso, di sostenere la Chiesa di Dio a costo di ogni fatica e pena, anche con il proprio tuo sangue», soggiungeva il santo Apostolo: «Io ti prometto di proteggerti e di aiutarti in tutte le tue intraprese».

Alle parole di questo benedetto santo, la povera anima mia si annientò in se stessa, per vedersi tanto beneficata da un Dio di infinita maestà, e di bontà infinita, riconoscendosi affatto indegna ed immeritevole di tante grazie. Proruppi in accenti umili e amorosi verso il mio amorosissimo Dio, lodando e benedicendo il suo santo nome e nuovamente mi offrivo qual vittima d’amore per adempire la sua santissima volontà, fino all’ultimo respiro della mia vita.

 




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