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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE TERZA – ALLA MAGGIOR GLORIA DI DIO (Dal 1820 al 1824)
    • 61 – L’ECCESSO DELL’AMORE DI GESÙ
      • 5. Sei tutta mia
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5. Sei tutta mia

 

Dopo aver goduto di questo grande bene, il mio spirito si riempì di santo timore, di potere un giorno perdere questo sommo bene. Mi rivolsi con umile sentimento verso il mio Dio: «Ah mio Dio, sommo mio bene, e che mai potrà assicurarmi di possedervi per sempre? Ah, che io vi posso perdere ad ogni istante! La sola dubiezza altamente mi affligge».

Piangendo dirottamente, compassionavo la bassa e vile mia condizione. Mosso di me a compassione, l’amorosissimo mio Dio intimamente così mi parlò: «Rallegrati, o mia diletta figlia che non mi perderai. Il nodo indissolubile che mi è piaciuto di stringere con l’anima tua ti rende sicura di possedermi in eterno. Il sacro matrimonio che a me ti congiunse, le divine nozze che con te celebrai, il possesso del mio talamo che a me intimamente ti unì ti rendano, questi miei distinti favori, tutta la maggior sicurezza di possedermi. Sì, mia diletta figlia, sposa mia, amica mia, tutta mia sei e non puoi non esser mia, perché intimamente a me ti unisti, tu sei una stessa cosa con me per partecipazione della divina mia grazia».

A queste espressioni così amorose, la povera anima mia, ricordevole di tutti questi divini favori, che Dio per pura sua bontà si è degnato compartirmi, come a suo luogo ho scritto questi favori ricevuti dal Signore nei passati fogli.

Ricordevole, dunque, di questi favori lo ringraziavo incessantemente ed insieme lo pregavo a degnarsi di non abbandonarmi fino all’altimo punto della mia vita. Lo pregavo con lacrime abbondantissime, che dagli occhi miei a larga copia versavo, per la gratitudine e per l’amore che sentivo verso il mio amorosissimo Dio, lo pregavo con tutto l’affetto del cuore a coronare tutte queste sue misericordie usatemi per pura sua bontà con la santa virtù della perseveranza finale.

 




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