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Beata Elisabetta Canori Mora Diario IntraText CT - Lettura del testo |
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2. Scusatemi, mio Dio!
Tutte queste riflessioni mi recavano un timore ben grande; dubitando della mia debolezza, dicevo fra me stessa: chissà se reggo la diabolica malizia, chissà che io non tradisca il mio Dio con l’arrendermi alle loro diaboliche suggestioni, o come farò mai? Piena di mestizia e di timore mi rivolsi al mio Dio e gli dissi: «Mio caro Padre, degnatevi di non abbandonare una povera vostra figlia, che in voi confida, in voi spera. Mi sono offerta a voi, è vero, per amore dei miei fratelli, che voi mi avete comandato di amare come me stessa. Se mi sono ardita levarvi il flagello dalla mano, spero di non essermi opposta al vostro divino volere, mentre io con le mie deboli forze non avrei al certo potuto fare la minima resistenza al vostro onnipotente braccio. E come potevo io fare a voi, mio onnipotente Signore, una simile resistenza? Io che sono un nulla? E che per i miei gravissimi peccati merito ogni momento di essere sepolta viva nell’inferno! Credo certamente che la vostra infinita bontà e misericordia abbia voluto trionfare sopra la mia viltà e debolezza; dunque, mio amorosissimo Dio, non vi sdegnate contro di me per la resistenza fattavi, mentre mi protesto che altro non voglio, altro non bramo che l’adempimento perfetto della vostra santissima volontà, unicamente a voi voglio piacere, in tutti i momenti della mia vita. Ah, Gesù mio amabilissimo, io mi rivolgo a voi, proteggetemi, difendetemi, ditemi se io sono in grazia vostra, se voi mi soccorrerete in tutti i miei bisogni. Ah, non mi abbandonate, per carità, al furore della divina giustizia, che vuole da me soddisfazione, quale soddisfazione le potrò dare io, che sono tanto scellerata e tanto peccatrice? Io, verme della terra, ho disarmato il suo braccio onnipotente. Ah Gesù mio, io mi confondo! Mi sono offerta a sostenere il suo sdegno, come farò io a sostenerlo? Dove mi nasconderò per non essere perseguitata dal suo giusto furore? Aiutatemi Gesù mio, aiutatemi per carità. Nascondetemi nella piaga amorosa del vostro sacratissimo costato. Intra vulnera tua absconde me, et ne permittas me separari a te. Ab oste maligno defende me».
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