In questo tempo fui rapita da dolcissimo
sonno, e l’anima mia godeva una perfetta quiete di soavità ripiena; in questo
tempo che dolcemente riposavo, tornai a vedere il divino infante, il mio caro
Gesù, che nelle sue mani divine teneva il mio cuore. Scolpito in esso cuore
vedevo a caratteri d’oro ed indelebili il nome
santissimo di Gesù e sentivo dirmi: «Vivi sicura che, mi amerai, e mi amerai
per sempre, ho scolpito nel tuo cuore il mio nome, non potrai dimenticarlo
giammai».
Queste amorose parole furono per me di tanta consolazione, che restai
pienamente contenta, rendendo infinite grazie al Signore, che si fosse per sua
infinita bontà compiaciuto di appagare le ardenti mie brame, umiliandomi
profondamente per la grazia ricevuta riconoscendomi affatto indegna, resi le
dovute grazie al Signore.
Il giorno 27 dicembre 1821, avevo passato questi tre giorni in una perfetta
quiete e in una pace di paradiso, godendo nell’anima una dolcezza tutta
spirituale, mi sentivo tutta trasportata dal santo amore di Dio, non avendo
altro pensiero che perfezionare la mia povera anima, per renderla così grata al
suo amorosissimo Dio.
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