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Beata Elisabetta Canori Mora Diario IntraText CT - Lettura del testo |
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9. La maggiore consolazione: vedere Dio
Ma buono fu per me, che Dio per sua bontà, mosso a compassione, dall’alto di un monte, poco distante, mi si fece vedere, applaudendo con somma gioia, il mio spirito, che tanto si fosse affaticato, per amor suo, mi diede a vedere che era già in salvo. Il resto del video che mi restava da fare era breve, e lo vedevo tutto scortato dagli angeli santi, i quali mi facevano coraggio a non aver timore dei miei nemici, mentre loro vigilavano alla custodia dell’anima mia.Erano in quel luogo per difendermi dalle insidie dei miei nemici. La cortese esibizione di queste milizie angeliche, l’impegno che mostrarono questi celesti personaggi di difendermi, e custodirmi dai miei nemici, questo fu per me di molta consolazione. Ma la maggiore mia consolazione fu di vedere Dio medesimo, tutto cinto di luce, che da quel monte scendeva con sommo giubilo, il quale si fece incontro alla povera anima mia per abbracciarla.A vista così esuberante di amore, a eccesso di sì straordinaria carità di un Dio di infinita maestà, la povera anima mia, sopraffatta da questo eccesso di bontà, cento e mille affetti insieme vennero ad assalire il mio cuore. L’amore, il rispetto, la riverenza, l’umiltà profondissima, l’annientamento di tutta me stessa. Alla sua divina presenza si prostrò la povera anima mia, genuflessa ai suoi santissimi piedi tutta dolente e compunta, altro non cercava dal suo Dio che il perdono dei suoi gravi peccati e la grazia di amarlo con fedeltà nel tempo e nell’eternità. Ma Dio, dimentico affatto di tutti i miei trascorsi, acceso del suo santo amore, abbracciò il mio spirito e dolcemente lo fece nel suo castissimo seno riposare, mostrando i suoi purissimi affetti verso l’anima mia, non meno, ma assai più che un amoroso padre, che va incontro ad un’amata sua figlia, che abbia fatto, per amor suo, un lungo e penoso viaggio. E chi mai potrà ridire, qual gaudio di paradiso, sperimentò il mio cuore! Oh, come ad un tratto cessarono tutte le mie pene! Un torrente di dolcezza divina, scorreva nel mio spirito, che mi faceva godere un bene inenarrabile. La celeste consolazione fu permanente in me, per molti giorni.
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