Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE TERZA – ALLA MAGGIOR GLORIA DI DIO (Dal 1820 al 1824)
    • 64 – MI INVITÒ ALLE SUE DIVINE NOZZE
      • 1. Patire per la vostra gloria
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

64 – MI INVITÒ ALLE SUE DIVINE NOZZE

 

1. Patire per la vostra gloria

 

Si trattenne il mio spirito in questa dolorosa situazione dal giorno 19 marzo 1822 fino al giorno 25 del medesimo anno 1822, festa dell’Annunciazione di Maria Vergine Santissima. In questa santa giornata, Dio si degnò trasferire il mio spirito in un ameno giardino di soavità ripieno, dove il mio spirito si ricreò.In questo luogo si degnò Dio di parlare al mio cuore con termini così eloquenti e sublimi, mostrandomi con questi il suo particolare amore.Mi diede ancora a conoscere, per mezzo di scienza infusami, cose molto alte e sublimi, che la mia bassa mente non sa spiegare, né manifestare.Posso solo dire di aver provato un’indicibile consolazione tutta propria di paradiso, che invigorì il mio spirito, abbattuto da tanto patimento sofferto negli anzidetti giorni, come ancora il mio corpo per le pene sofferte. Eraimpallidito e smorto e molto indebolito nelle forze, che alle volte mi pareva restasse estinto. Ancora il mio corpo partecipò di questo divino favore per il quale si rinvigorì nella forza.Ma questo bene fu poco durevole, mentre in questo ameno giardino non si trattenne il mio spirito che per soli tre giorni, nei quali ricevetti dei distinti favori dal mio Dio; ma, per avere trascurato lo scrivere, non posso darne alcuna contezza, né posso farne alcuna dimotrazione.

Passati i tre giorni suddetti, il mio spirito fu chiamato a soffrire altre ambasce, altre afflizioni mentali che non saprei come spiegarle.Queste facevano agonizzare la povera anima e per conseguenza ne pativa anche il corpo, ma questo patimento non era per me gravoso, ma dolce e soave, benché ne sentissi tutto il peso di queste mentali afflizioni.Mio appassionato Gesù, voi sapete per prova cosa sia mortalmente patire, voi ne foste il maestro, io sono la miserabile peccatrice vostra scolara indegnissima, voi insegnatemi a patire questa sorta di pene, ditemi, o mio amore, qual fosse la pena tale che voi soffriste nell’orto di Getsemani, ditemi voi qual fu la vostra pena nelle vostre agonie mortali, quando dall’albero della croce diceste le misteriose parole, da quale afflizione era sopraffatto il vostro santissimo spirito. Mio afflitto Gesù, vi prego, per questi acerbissimi interni patimenti che martirizzavano la vostra mente divina, ad aver compassione di me misera peccatrice, con l’insegnarmi questo per me nuovo modo di patire, ad onore e gloria vostra.Degnatevi, Dio mio, di non abbandonarmi in questo nuovo e doloroso conflitto. Così esclamavo, così pregavo in mezzo a tanti affanni e martiri.

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL