Digressione: quando dico che il mio spirito è andato
scorrendo le campagne, le amene colline, non si è mai per questo dipartito dal
monte santo, dove Dio, nello scorso tempo, si degnò condurre l’anima mia di
propria sua mano, come ho detto nei passati fogli, essendo queste amene colline
e vaste campagne unite e congiunte al medesimo monte santo. L’anima mia ha
sempre proseguito il suo viaggio alla sommità di quel monte; ma, di tratto in
tratto, Dio si degna condurre l’anima ora sopra le amene colline ora nei vasti
e deliziosi campi di questo vastissimo monte, per ricrearla dalla fatica, e per
facilitarle il disastroso cammino, per mezzo dei suoi divini favori,
ammaestrandola delle celestiali dottrine, con la sua divina sapienza fa sì che
l’anima si trasformi da terrestre in celeste, voglio dire che quest’anima,
dimentica di tutto il sensibile, non attende che al suo Dio, per amarlo e
servirlo con tutta l’ampiezza del suo povero cuore, con tutta l’estensione
dell’anima e delle sue forze, donando cento e mille volte la sua volontà al suo
Dio, lo prega con trasporto d’amore e somma compiacenza a farsi padrone della
sua volontà, tiene per sommo onore che Dio la regoli, la guidi secondo il suo
divino beneplacito. In una parola, la povera anima mia si compiace di vivere
senza volontà per fare quella del mio Dio, unico e vero bene dell’anima mia,
questo lo faccio per quanto valgano le povere mie forze, e per quanto me lo
permette la mia grande imperfezione, non lasciando io di essere la più vile ed
imperfetta creatura che abita la terra, nonostante i favori che si degna
compartirmi Dio, per la sua infinita bontà e misericordia.
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