Nel tempo che l’anima conosceva queste
grandi verità, e che ne godeva un bene sommo in Dio medesimo, per essere
l’anima mia tanto racchiusa e intimamente unita alla divina immensità di Dio,
che non ho termini di saperlo spiegare; nel tempo che godevo di questo bene
inarrabile, nel quale stavano occupate tutte e tre le potenze dell’anima mia, e
si erano in questo immenso bene smarrite, e affatto perdute, tutto ad un
tratto, cessò l’illustrazione, tornarono le potenze ad agire tutte innamorate
di Dio, in quell’istante mi trovai sopra un altissimo monte, dove vedevo una
moltitudine di santi Angeli, tutti in bell’ordine disposti. Questa sola vista
sarebbe bastata, per riempire il mio cuore di contento, perché era tanta la
loro bellezza, la loro vaghezza, la loro maestà e purità, che in quei sovrani
spiriti risplendeva la beltà del mio Dio.
Le legioni di questi angelici spiriti, che circondavano questo santo monte,
bastavano per renderlo un vero paradiso. Ma quanto più attonita restò la povera
anima mia, quando si vide assai più favorita dal suo Dio, restai piena di
smarrimento e di stupore, quando vidi dall’alto dei cieli un’immensa luce, nel
mezzo della quale, vedevo tutto raggiante il divino agnello, che placidamente
riposava ad occhi aperti, sopra quella luce inaccessibile.Fisso teneva il suo
sguardo sopra la povera anima mia, e mi invitava acciò mi approssimassi a lui.
Ma, oh Dio! l’anima sopraffatta da sommo timore, non aveva il coraggio di fare
ciò; ma, annientata in se stessa, si profondava con umile rispetto e
particolare reverenza, senza potermi muovere da dove mi trovavo, ma tremavo da
capo a piedi, piena di rossore, mi confessavo indegnissima di trovarmi in luogo
sì eccelso; ma siccome a questo portento prodigioso di misericordia vi era
presente la grande imperatrice del cielo, Maria Vergine santissima, ah non
resse il materno cuore della sovrana Regina nel vedere che tanto di pena
provava la povera anima mia e che non poteva, per il grande timore, obbedire al
cortese invito del divino Signore.
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