Il dì 15 agosto 1824, festa di Maria
Santissima Assunta in cielo, dopo la santissima Comunione fu l’anima
trasportata in un luogo amenissimo, bellissimo, dove vedevo questa divina
Signora, cinta da immensa luce, corteggiata da una moltitudine di sante vergini
e da stuolo immenso di Angeli. A questa vista, non posso al certo spiegare qual
gioia, qual contento provò il mio cuore, godetti un paradiso di contento,
allora sì non sentivo più le pene mie, ma un torrente di celeste gaudio
inondava l’anima mia. La divina Signora si degnò chiamare a sé l’anima mia, ma
io, per rispetto e riverenza, stavo ritrosa nell’obbedire al cenno della
Vergine e Madre, ma due Angeli delle prime gerarchie si degnarono di
accompagnarmi all’augusto suo trono, dove mi prostrai ginocchioni con umile
rispetto e profonda riverenza, piena di confusione per vedermi così favorita in
mezzo a tante sante vergini, che la loro bellezza e il loro splendore era
incomprensibile; io non avevo coraggio di mirarle, perché ero tutta annientata
in me stessa. Intanto la divina Signora si degnò coronare la mia testa con una
preziosa corona; così disparve la celeste visione lasciando nel mio spirito i
sentimenti più vivi di affetto e di amore verso l’Imperatrice del cielo.
Riconoscendomi indegnissima di sì alto favore, la supplicavo con lacrime e con
preghiere, acciò si degnasse concedermi la grazia di corrispondere ai tanti
divini favori, che Dio mi ha compartiti per sua pura bontà.
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