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Beata Elisabetta Canori Mora Diario IntraText CT - Lettura del testo |
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3. La preghiera per sette peccatori
Alle ore 17 mi portai alla chiesa alle tre ore di agonia di nostro Signore, fui in questo tempo sorpresa da interno riposo, fui poi condotta sul monte Calvario a compassionare il mio Signore, vidi molto popolo che oltraggiava il mio caro Gesù crocifisso; ma in un momento era sbaragliato tutto qusto popolo dalla mano onnipotente: parte di questi, confessando il loro errore si percuotevano il petto, e con la fronte a terra adoravano il crocifisso Signore. Ero tutta intenta a chiedergli perdono dei miei peccati, quando il mio Signore mi ha comandato di rivolgere le mie preghiere a pro di sette peccatori, che per i loro peccati si erano deformati. Prego dunque caldamente il Signore per questi, e domando cosa devo fare per ottenere la grazia. Mi viene risposto che offra i meriti di Gesù all’eterno Padre. Mi rivolgo, piena di fiducia, verso il mio Dio, e per i meriti di Gesù Cristo gli chiedo la grazia. In questo tempo sono sorpresa da dolore acutissimo nelle mani e nei piedi, ma in particolare il piede sinistro. Era tanto eccessivo il dolore del piede che non solo la gamba, ma tutta la parte sinistra per fino la spalla ne soffriva il doldore per la corrispondeza. Il gran dolore che soffrivo nei piedi, in particolare al piede sinistro, come ho detto, mi cagionava tanta pena che mi faceva venire meno. Questa mia gran pena la offrivo al divin Padre, unitamente ai meriti di Gesù Cristo, a pro dei peccatori, quando il moribondo Signore mi ha comandato di condrurre questi alla sua presenza, mi sono a lui rivolta: «Mio caro Gesù, e come mai farò io per condurre queste anime a voi?». Mi fece intendere che avessi preso dal mio cuore quell’amo unito alla catenella di oro sopraffino, che si è degnato negli scorsi giorni donare alla povera anima, avessi liberamente posto nella loro bocca l’amo e poi leggiadramente per mezzo della catenella a lui li avessi condotti; Eseguisco prontamente il comando, mentre scortata dai tre santi Angeli veniva la povera anima mia, e questi mi condussero dove questi erano, trovo dunque questi miserabilisotto la forma di bruttissime bestie, uno differente dall’altro, a seconda dei vizi loro predominanti. Traggo fuori dal mio cuore l’amo, e piena di quella fede che mi somministrava la grazia, pongo l’amo nella loro bocca, e per mezzo della catenella, che unita era all’amo, conduco con somma facilità queste sette bestie sotto la croce. Li presento al mio Gesù crocifisso, prego, mi raccomando a pro di questi miseri. Oh portento della misericordia, questi incominciano a vomitare le loro abominazioni, queste putride fecce venivano ingoiate dalla terra, hanno incomincito a dare fuori della spuma sanguigna, finalmente le loro bocche le vedevo grondanti di sangue vovo. Questo sangue dimostrava la contrizione dei loro pecati; Di propria mano si levano dalla loro bocca gli ami, che per virtù di Dio si erano moltiplicati nel numero di sette, e li pongono nei loro cuori. Oh effetto mirabile! posto che ebbero nei loro cuori gli ami, si trasmutarono e presero la figura di belli agnelli. Allora la gran madre di dio tramandò dal suo manto un raggio di luce sopra di questi e candidi al pari della neve divennero. Restò il mio spirito lodando, benedicendo, ringraziando il Signore e le sue misericordie, ricolpo di gaudio e di contento.
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