Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA – LE NOZZE MISTICHE (Dal 1813 al 1819)
    • 15 – TRASFORMATA IN UN SERAFINO D’AMORE
      • 3. Tre gradi di sublimissima unione
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

3. Tre gradi di sublimissima unione

 

Dal giorno 24 fino al giorno 27 del suddetto mese, la povera anima mia si affatica in questo desolato e disastroso viaggio, per arrivare al primo tabernacolo del Signore, come già dissi nei fogli antecedenti. Questo viaggio contiene tre gradi di sublimazione unione, dove la povera anima mia è chiamata particolarmente dal Signore. Guai a me, se non corrisponde all’infinito amore di un Dio amante di me, povera e misera sua creatura!

è veramente impossibile che possa spiegare l’amore parziale che mi manifesta questo buon Dio, dopo avere molto scritto, senza esagerazione, posso dire di non aver detto neppure la metà dei favori, delle grazie, dei doni che mi ha compartito il mio Dio. Questo non è per occultare alcuna di queste misericordie, ma solo nasce dalla mia insufficenza, dalla mia ignoranza, che non ho termini di spiegare cose che appena comprendo.

Tre sono i tabernacoli che mi ha mostrato Dio, dove si è degnato di ricevere la povera anima mia, per unirla a sé intimamente; questi, da me chiamati tabernacoli del Signore, dove l’anima mia è incamminata, come già dissi, sono questi tre tabernacoli come forti e magnifici fabbricati, dove il Signore vuol dare alloggio all’anima mia, per stringere con questa l’unione più intima che mai dir si possa.

 

Questo viaggio contiene la pratica delle sante virtù, particolarmente con i replicati atti di amore molto si cammina, con i buoni desideri, con offrirsi vittima del santo amore, con il totale abbandono di tutta se stessa in Dio, per mezzo delle quali cose viene l’anima a godere una certa tranquillità, una certa pace inalterabile, senza di questo mi pare che non si possa arrivare a godere una certa particolare unione. Conosco chiaramente che, per misericordia di Dio, vostra paternità per me è un mezzo molto efficace per mantenermi in questo stato, mentre vostra riverenza forma il giusto equilibrio, acciò la povera anima mia possa mantenersi in questo stato; ma, padre mio, come faremo adesso? Dio vuole di più, vuole che muoia affatto a me stessa. Come farò io, che sono tanto miserabile? Ma, nonostante la mia miseria, sento tutto impegnato il mio cuore a compiacere il mio diletto.

Adesso le significherò i suoi sentimenti alla meglio che portò, giacché adesso non è come prima, che chiaramente parlava; ma adesso, con somma occultezza, manifesta all’anima i suoi sentimenti, i suoi affetti, per parte di intima intelligenza mi parla, sicché in profondo silenzio ci intendiamo scambievolmente. Oh, quanto più eloquente è questo intendere, di quello che sia ogni eloquente parlare. Mi ha dunque significato Giovanna Felice deve dichiararlo diversamente.

 

Il dì 29 luglio 1814 nella santa Comunione la povera Giovanna Felice così racconta di sé. Provai gli effetti più grandi di contrizione che mai dir si possa. Questo dolore, questa afflizione mi cagionava un male che mi pareva ogni momento di morire; sentivo tutta disciogliermi in lacrime di contrizione; mi sentivo come consumare per l’afflizione di avere offeso Dio. Passai tutta la giornata più o meno sempre morendo.

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL