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Beata Elisabetta Canori Mora Diario IntraText CT - Lettura del testo |
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2. Pericolo mortale: l’arma era ancora carica
Ero incinta della prima figlia, già erano scorsi sette mesi di questa, quando la giustizia di Dio, giustamente irritata contro di me, voleva punire la mia audacia con tremendo castigo del suo giusto furore: s’interpose la misericordia infinita del mio Dio e, per mezzo di Gesù crocifisso, mi liberò da mortale colpo. Crocifisso mio Gesù, amor mio, già piombata sarei nell’inferno, se voi prodigiosamente non mi aveste liberato. Quali e quante sono le obbligazioni che vi professo, amor mio, vi rendo infiniti ringraziamenti. Ecco il fatto come fu. Al mio consorte fu regalata un’arma da fuoco (pistola), una mattina si alzò di buonora, prese quest’arma. Io ancora non mi ero levata dal letto, lo pregai a volere scaricare quell’arma, mentre per essere inesperto di quella, credevo potesse piuttosto offenderlo che difenderlo. Il suddetto per compiacermi, alla mia presenza scaricò quest’arma; dopo averla scaricata, per dimostrarmi la sua espertezza mirò l’arma verso di me. Ecco si sente una voce che lo sgrida, e gli comanda di mirare altrove il colpo. Obbedì, contro sua voglia, mentre eravamo entrambi certi che l’arma fosse scarica; ma, cosa tremenda e insieme prodigiosa: l’arma era carica di altra palla, ancora capace di levarmi la vita. Colpì il mortale colpo l’immagine di un santissimo Crocifisso, che stava poco distante dal mio capo; il cristallo del piccolo quadro si fece in minutissimi pezzi, il muro restò bucato e il santissimo Crocifisso restò illeso. Fu tale e tanto lo strepito del colpo, che parve una cannonata; come restammo storditi e spaventati non è possibile ridirlo. La puzza, il fumo che tramandò questo colpo non pareva cosa naturale. Accorsero spaventati i pigionanti, credendo che fosse rovinata la casa. Eppure, chi lo crederebbe? non fu questo sufficiente a ricordare alla mia mente l’enorme delitto che avevo commesso. Mio Dio, quale pazienza avete esercitato verso di me! Siate benedetto in eterno.
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