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Beata Elisabetta Canori Mora Diario IntraText CT - Lettura del testo |
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2. La Chiesa scossa da furioso ventoIl dì 23 ottobre 1814 dopo la santa Comunione, racconta di sé la povera Giovanna Felice: il mio spirito fu prevenuto da interna illustrazione, e fui come trasportata al di sopra del mondo, mentre mi vedevo in luogo così eminente, senza mai perdere la cognizione del proprio mio nulla, vedevo il mondo ripieno di miserie e peccati, vedevo la Chiesa sotto il simbolo di forte e magnifico fabbricato, che fortemente era scossa da furioso vento. Questo vento invano faceva prova di rovinarla; già era sul punto di cadere. Un’anima a me cognita, per comando di Dio e per la compassione che sentiva di vedere la Chiesa di Dio così dibattuta dal vento delle massime insane di tanti che, sotto le ombre di bene, pretendono di rovinarla, costoro tirano sopra il mondo i fulmini del cielo; ma Dio saprà, con la sua infinita sapienza, punire gli empi, e salvare gli innocenti. Quest’anima dunque, andava piena di fede, mossa dal comando di Dio e dalla carità, andava a sostenere il magnifico fabbricato, che è quanto dire chiedeva la suddetta anima in grazia il sospendere la sua divina giustizia; mentre nell’altezza in cui la suddetta si ritrovava godeva negli ampi spazi della divinità, la vicinanza di Dio; e come solo si trovava in quella immensità tutta raccolta in Dio, che la degnava dei casti suoi abbracciamenti, cosa mai conosceva di immenso, di magnifico, di infinito non è spiegabile, qual perfezione in quel momento compartiva Dio a questa anima non è spiegabile; compiacendosi Dio di averla a sé avvicinata la rese oggetto delle sue compiacenze, così condonò alla suddetta il suo sdegno irritato; in quel momento la rese arbitra del suo cuore.
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