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Beata Elisabetta Canori Mora Diario IntraText CT - Lettura del testo |
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3. Godevo quanto può godere un’anima viatrice
Il dì 13 ottobre, nella santa Messa, mi parve di essere per mano di angeli presentata all’augusto trono di Dio, dove ricevetti i favori più distinti. Fui dall’amorosissimo mio Signore trattata qual diletta sua figlia, qual sorella, qual sposa amante ricevetti gli abbracciamenti più cordiali, mi strinse amorosamente al suo paterno seno, qual padre mi stringeva al suo seno, qual sposo mi amava, qual fratello mi baciava, stampando nell’anima mia cento e mille baci insieme. Queste finezze di amore rendevano alla povera anima un adornamento immortale; la povera anima mia, nel vedersi così riccamente adornata, ne godeva e si rallegrava non in sé, ma in Dio, suo salvatore, traendo da questa compiacenza tanta fiducia, tanto gaudio, che l’anima si abbandonava tutta in Dio, e in questo abbandono godeva quanto mai si può godere da anima viatrice.
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