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Beata Elisabetta Canori Mora
Diario

IntraText CT - Lettura del testo

  • PARTE SECONDA – LE NOZZE MISTICHE (Dal 1813 al 1819)
    • 33 – IL LATTE DELLA DIVINA MADRE
      • 3. La nostra cara Madre, la santa Chiesa
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3. La nostra cara Madre, la santa Chiesa

 

Il dì 10 dicembre 1815, nella santa Comunione, ero tutta afflitta, per essere stata, nell’orazione subito levata, molto distratta e senza raccoglimento. Riconoscevo la poca diligenza che avevo usato nel cacciare le distrazioni; chiedevo dunque perdono al Signore, mi umiliavo, mi confondevo, piangevo amaramente le mie colpe; quando fui sopraffatta in un momento da interna quiete.

In questo tempo mi si diede a vedere la nostra madre, la santa Chiesa, sotto la forma di donna veneranda: la vedevo esteriormente tutta adorna, tutta bella; questa la vedevo supplichevole all’augusto trono di Dio, che qual Madre pietosa pregava per noi, poveri suoi figli; ma particolarmente pregava per il clero regolare e secolare.

Mio Dio, con mio sommo timore proseguirò, sebbene sono molti giorni che mi seguì questo fatto, adesso che scrivo, e ancora sento balzarmi il cuore nel petto per l’orrore, per lo spavento, ma per non mancare all’obbedienza proseguo.

Supplichevole, dunque, pregava incessantemente per noi. Macché! Dio, sdegnato alle sue preghiere, con tono di voce sonora così le diceva, la sua voce non è sensibile, ma il sentimento era tutto spirituale; per mezzo di intelligenza intellettuale, mi dava a conoscere quanto sono per raccontare.

La santa Chiesa pregava, e Dio sdegnava le sue preghiere; e, armato di giustizia, così diceva: «Prendi parte nella mia giustizia, e giudica la tua causa!».

A queste tremende parole, la veneranda matrona impallidì, e, presa parte nella giustizia di Dio, di propria mano si spogliava dei suoi adornamenti.

Vidi poi venire tre angeli esecutori della divina giustizia, che davano di mano a spogliare la veneranda matrona. Si ridusse la forte donna in stato umile e negletto, priva di forze, tutta spogliata, e quasi era sul punto di cadere. Allora dall’eterna sapienza le fu somministrato un forte bastone per reggere la sua debolezza. La divina potenza coprì il capo di lei con ricco cappello, l’inclita donna aveva perduto ogni splendore, se ne giaceva nelle tenebre, tutta mesta e dolente per l’abbandono dei suoi amati figli.

Il divino Spirito la circondò con la sua immensa luce. Rivestita che fu l’inclita matrona di questa luce, tramandò il suo splendore in quattro diverse parti, dove questa divina luce faceva cose mirabili.

Gli abitatori di questi luoghi erano come addormentati, all’apparire di questa divina luce si destavano; e, lasciati i loro errori, di volo si portavano ad onorare l’inclita donna, la nostra cara madre, la santa Chiesa. Tutti si compiacevano di militare sotto gli auspici di questa eccelsa donna, tutti confessavano Gesù Cristo Signore nostro.

Al momento compariva la nostra madre, la santa Chiesa, tutta adorna e gloriosa più di prima. Gli ordini religiosi davano a lei il grande onore, formavano come un magnifico tempio per sostenerla con tutte le loro forze. Sei erano le colonne che la sostenevano, queste erano sei corpi di religione, questi sei ordini erano quelli che rendevano gloriosa la nostra madre, la santa Chiesa; sollevata a questa onorificenza, tutti venivano ad onorarla, adottando le massime del nostro santo Evangelo.

 




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