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Beata Elisabetta Canori Mora Diario IntraText CT - Lettura del testo |
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5. Nel patire lodavo e benedicevo il Signore
Dal giorno 22 marzo 1816 fino al giorno 3 di aprile 1816 il mio spirito ha sofferto pene molto gravose, temporali e spirituali; ma per grazia di Dio, l’anima è stata sempre rassegnata nel divino beneplacito, nel patire lodava e benediceva il suo Signore. Benché molto sensibile mi fosse il suddetto patire, ciò nonostante l’anima si rassegnava tutta in Dio; rassegnata che si era nel divino beneplacito, sperimentai nell’intimo dell’anima un profondo raccoglimento. Nel tempo che stavo così raccolta, mi si manifestò Dio sotto i più spietati patimenti e mi fece intendere che, se bramavo possederlo, dovevo con generosa costanza affrontare quei patimenti che mi si presentavano.
A questa cognizione non paventò lo spirito, ma con eroica fortezza, compartitami dalla grazia di Dio, affrontavo virilmente il patire, disprezzando quanto mi si frapponeva per andare liberamente a Dio. Con santo ardire calcavo, infrangevo con fortezza invitta il patire, e mi slanciavo liberamente nell’amoroso seno del mio Dio, che, pieno di compiacenza, godeva in se stesso nel vedermi, per amor suo, disprezzare tutte quelle gravissime pene. Si degnò di rendermi partecipe del suo gaudio, del suo contento. Oh, come esultava il mio povero spirito in Dio, suo Signore! Oh, che dolcezza sperimentò il mio cuore! Non mi è possibile poterlo ridire.
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