Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Beata Elisabetta Canori Mora Diario IntraText CT - Lettura del testo |
|
|
40 – UNA CHIAVE PER LIBERARE LE ANIME DEL PURGATORIO 1. Tutto otterrai dal mio amore
I1 dì 1 novembre 1816, per particolare favore, in questo giorno fu il mio spirito introdotto negli ampli spazi della divina immensità; fui favorita dal divin Padre, dal Figliolo suo unigenito e dal divino suo Spirito in una maniera molto particolare. Sollevata che ebbe Dio l’anima sopra se stessa, per mezzo di particolarissimi sentimenti, le mostrò l’infinito suo amore. La maestosa sua voce con questi amorosi accenti nell’intimo del mio cuore fece risuonare: «Figlia», mi disse, «diletta figlia, è infinito l’amore che ti porto. E se per compiacerti dovessi disfare tutto il mondo e di nuovo per amor tuo tornarlo a riformare, pur lo farei. Chiedi, dimmi cosa brami, tutto otterrai dall’infinito mio amore». A sentimenti tanto straordinari di amore, l’anima s’inabissò nel proprio suo nulla e, piena di santa umiltà, si confondeva ed insieme ammirava l’infinita bontà del suo Signore; non ardiva parlare, ma con lacrime di tenerezza e di amore si protestava per la più indegna peccatrice che abita sopra la terra; mi conoscevo meritevole di ogni punizione, ma il mio Dio non cercava il mio demerito, solo cercava di appagare l’infinito suo amore. Di nuovo mi fece ascoltare la sovrana sua voce: «Parla», tornò a dirmi, «parla, domanda pure liberamente quanto brami e desideri». Conobbi, per mezzo di particolare cognizione, che compiaciuto lo avrei con chiedergli qualche grazia. A questa cognizione lascio il soverchio timore, e piena di fiducia nei meriti santissimi di Gesù, con umile preghiera chiedo di liberare dal Purgatorio le anime purganti. A questa mia richiesta, mi fu presentata una smisurata chiave: «Va’», mi sento dire, «va’», a tuo arbitrio libera tutte quelle che ti piace liberare». Poco dopo tornai nei sensi, e mi trovai come smarrita, dicevo tra me stessa: «Cosa farò, è sogno o è vero quanto mi è accaduto nel mio spirito?». Tornò a raccogliersi lo spirito, e mi parve di vedere i santi fondatori trinitari con san Carlo Borromeo; questi santi mi condussero in un luogo dove mi diedero a vedere il Purgatorio. Qual terrore, quale orrore, quale spavento mi cagionò simile vista, oh, che gravi pene, oh, che atroci tormenti soffrivano quelle sante anime, come si raccomandavano per essere liberate! A vista così compassionevole, sentivo in me un gran desiderio di liberarle da quelle pene. Avrei dato la vita ai più crudi patimenti; ma per essere una povera peccatrice mi conoscevo insufficiente, nonostante la buona volontà; mi rivolsi con viva fede all’amabilissimo mio Gesù, e lo pregai con tanto ardore ed impegno che si degnò di apparire in quel tenebroso carcere, cinto di chiara luce. Allora i santi fondatori trinitari, unitamente al glorioso san Carlo, per mezzo delle loro suppliche, ottennero a molte di quelle anime di essere liberate da quel tenebroso carcere.
Molti furono i favori che in questi sei mesi di digiuno il Signore mi compartì, per la sua infinita bontà e misericordia, non solo a mio vantaggio, ma a vantaggio del mio prossimo, particolarmente dei miei benefattori. Molte grazie dispensò loro, come ancora si degnò il Signore, per mezzo delle povere mie preghiere, liberare molte anime dal Purgatorio.
Il dì 1 novembre 1816, per ordine di Dio, sospesi il suddetto digiuno, ed ebbi ordine di cibarmi di una minestra di legumi ed una pietanza di erba cotta.
|
Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL |